Cerca nel blog

venerdì 3 aprile 2015

ANCORA PECORE

Capolinea di Sesto stazione, pullman pieno non aprono le porte, per la precisione ne aprono una sola ma nessuno scende.
Davanti all' unica porta tre controllori che la bloccano. Ci fanno passare uno ad uno con i documenti di viaggio in una mano, guardano la foto della tessera e con un movimento rapido degli occhi controllano che coincida con la testa avvitata sul collo di chi porge la mano.
"Vai,vai...veloce!"
 Esortano frettolosi e spazientiti.
 "Vai vai cosa?!"
Primo non mi puoi tenere chiusa qua dentro, assomiglia ad un sequestro, secondo ti rivolgi alle persone con educazione a prescindere che abbia i documenti in regola o no, terzo smettila di fare gesti con la mano come se stessi facendo sbarcare pecore da un Tir, perché se apro la bocca non belo. Quarto non mi costringere a ricordare a tutti che lavoro faceva tua madre prima di ritirarsi e crescere un coglione come te.
Ho sotterrato l' ascia di guerra, non ho ucciso il guerriero.
Sono le otto di mattina e non ho voglia di arrabbiarmi, è passato uno con quel profumo e nelle cuffie dell' mp3 sono partiti gli Alphaville.
La testa se ne va altrove e i piedi in metrò.
Devo ricordarmi di prendere le sigarette per i profughi.

Nessun commento:

Posta un commento