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sabato 28 marzo 2015

BELLA DENTRO


In quarant'anni che ho coscienza di me mi sono sentita dire di tutto e di più ma come oggi mai. Esco dal metrò e con il sole non resisto dal fotografare qualcosa, anche la più banale, ma lo devo fare. Sto prendendo l inquadratura e sento dei passi affrettati verso di me, non faccio in tempo a capire cosa sta succedendo e mi trovo una signora che mi vomita davanti ai piedi. Signora, mi dispiace tanto che stia male, sono perfettamente cosciente di non essere un gran spettacolo, specie la mattina, ma a me bastava anche solo "minchia che brutta". Speriamo che nessuno pensi mai che faccio cagare...

 

SAPESSI COME E' STRANO IL TIBET A MILANO


Al supermercato, Irritata a mille da ogni specie di idiota che incurante di tutto sbatte addosso con il carrello, gira tra le corsie affollate con lo zaino con dentro i quadrelli e piroettando come Baloo, falcia chiunque gli capiti ad altezza e le belle addormentate che, guardando in giro alla ricerca dell arca perduta, si svegliano dopo un frontale con il bancale della lettiera del gatto sperando che sia il principe. Non riesco a trovare quello che cerco e non ce la faccio più a stare li dentro. Mi avvio verso la cassa ed entrata nella corsia del latte mi trovo davanti un monaco tibetano. Il tempo x una manciata di secondi si ferma, non sto pensando, lo guardo negli occhi e il sorriso mi parte da solo. Lui sorride nello stesso momento e con un inchino del capo mi saluta, io gli rispondo nello stesso modo in contemporanea. In quel momento sento una sensazione di calma dentro e dopo qualche minuto passa il mal di testa che mi stava dando il tormento da stamattina. Mi avvio verso le casse con una bellissima sensazione addosso e passo davanti a quello che cercavo. Non riuscendo ad andare in Tibet, il Tibet è venuto da me. Bellissimo incontro in mezzo al caos inutile pieno di imbecilli.

ANCHE LE BANANE HANNO I PIEDI


San Babila, banchina del metrò normalmente affollata, non si sta stretti e c'è molto spazio dove collocarsi in attesa dei treni. Cammino lentamente verso il fondo della banchina così da trovare le carrozze meno colme. Sento una presenza ravvicinata dietro la schiena ma continuo a camminare allo stesso passo, la presenza non desiste, mi fermo, mi giro e mi sbattono addosso due donne cinesi. MA PEZZO DI BANANA COI PIEDI E IL CERVELLO DI UN MANDARINO, AL TUO PAESE SIETE 200 MILIONI E TUTTI IN BICICLETTA, QUA SIAMO A MILANO, CI SONO LE DISTANZE SOCIALI, LA BANCHINA È VUOTA, CI SONO DIECI PERSONE E TE VIENI A SBATTERE ADDOSSO A ME! Se volevi tornare a casa tua bastava dirlo, nel container c'è ancora posto e ho giusto un cartellino per l alluce.

CORNAMUSE A MILANO


Milano è bella perché ci trovi di tutto, ma tutto come oggi è la prima volta che lo trovo così. Seduto al bar un uomo, sulla trentina. Sul tavolino un aperitivo e in una mano una pipa con un buon tabacco dal sentore di miele e vaniglia. Occhi scuri, capelli neri con un buon taglio, barba ben tenuta in tinta con i capelli, giubbotto grigio scuro, anfibio e calzettoni scuri di lana. Polpaccio strepitoso a vista in avanzato stato di pelo, gambe accavallate con estrema eleganza e gonna. Un maschio con la gonna, con la gonna e trasalentemente maschio. A me il maschio piace maschio, bello muscoloso, con la gamba da terzino, massiccio che quando le tocchi senti che è solido e il muscolo in mano. Questo è riuscito ad esserlo anche con la gonna. E se....non sarebbe male....ih ih ih....

DEODORANTE ALLA SALSA TARTARA


Mi piacciono le promozioni nei negozi. Uno dei miei negozi preferiti è senza dubbio quello di saponi e detersivi e oggi nella pausa ho fatto un giretto in uno di questi. Non esco mai a mani vuote, piuttosto che niente prendo un dentifricio, oggi però mi sono data alla pazza gioia. Arrivo alla cassa e la gentile commessa, dopo aver battuto tutto quello che ho preso mi dice: 'oggi abbiamo una promozione sui prodotti @@@@, acquistandone due ha diritto a ricevere in omaggio un vasetto di salsa tartara, lei ha preso un deodorante e un detergente intimo, ne prenda uno". Che abbinamento strano, detersivo con omaggio edibile, ma questa salsa dove si mette, sotto le ascelle o dove?

FULL METAL JACKET


La giacca verde che volevo non c'è più, mi dispiace ma niente di tragico. Quello che non capisco è perché la commessa, con una pensata da faina, mi ha proposto con insistenza una giacca-simil-piumino con fantasia MIMETICA. Al mio silenzio, abbozzando un sorriso dice: "in fondo è sempre verde". CERTO, LA GIACCA È SEMPRE VERDE MA IO NON HO L ASPETTO DI UN PINO E POI, SIGNORA MIA, GIÀ LA MIA È UNA VITA DI LOTTA TRA ANFIBIO E LA FRASE 'SONO CONTRO LA VIOLENZA', MI DEVO TRATTENERE DAL PRENDERE LE PERSONE AD OMBRELLATE COME SE FOSSE IL MANICO DI UN FUCILE, IL MIO PROFUMO È 'NAPALM N.5'....IO OPTEREI PER QUALCOSA DI PIÙ SOBRIO.

venerdì 27 marzo 2015

MOMENT DI SIMPATIA


In parafarmacia. Il bello di codesti negozi è che puoi stare a guardare per ore e nessuno scassa, tranne oggi. Sto cercando la mia molecola: l' ibruprofene. Va bene qualsiasi marca purché da 400 mg e senza arginina. Moment Act da 20 compresse 11 euro. Brufen da 10 sette euro, Nurofen da 12 otto euro, Spididol no, non va bene. Prendo il Moment da 20. Arriva la farmacista e mi chiede 'a cosa le serve?' "Per tutto, dolori e febbre, ho fatto l influenza e non mi è rimasto più niente in casa, devo ripristinare le scorte" "ma lei prende il Moment per l influenza?" "Sì, ho sempre preso l ibruprofene, dovrei prendere qualcos altro?" "E che ne so io" "mi ha fatto la domanda e pensavo che mi consigliasse qualcosa di meglio" "io? No e perché dovrei?" Magari perché sei farmacista e mi stai ricamando la minchia a punto erba col Moment. Dopo una breve pausa ricomincia "non è detto che il Moment da 20 le conviene come prezzo, sono 11 euro, forse è meglio il Nurofen, 12 a otto." Io in matematica faccio pena, ma secondo me il Moment è meglio. "E lo Spididol è meglio" "non posso, c'è l arginina" "Eh chi l ha detto che non può?" Me l ha detto l imbianchino della ditta. Ma la laurea l hai presa alla scuola radio elettra? È vero che oggi sono indisponente ma lo so e non vado cercando risse, benché qualcuno pensi il contrario, ma se sono caricata come una molla e te cincischi col formaggio della trappola, alla fine qualcosa sulle mani ti scatta . E se le dita fanno male,
 

O COME OPOSSUM


È gennaio, fa freddo ma nemmeno tanto. Nonostante questo, nelle stazioni della metrò e del treno si aggirano animali strani, bipedi e ritardati, di sesso femminile di Opossum Metropolitano. Girano infagottate in piumini di manifattura asiatica sottocosto con ricarico da filiera più lunga dell'ignoranza di chi li indossa. Il cappuccio, bordato di pelo di gatto che miagola ancora, tirato su fino a coprire gli occhi come se il metrò fosse all'aperto ad Agordo. Camminano solo con la visibilità centrale di un cavallo immerso nel nebbione padano.
Camminano a zig zag come se ci fossero cecchini appostati ovunque. Nonostante tutti gli sforzi per intuire i loro spostamenti repentini e improvvisi ti sbattono contro. Tra lo stupito di aver trovato un altro essere umano su Marte e lo spaventato ti guardano con lo sguardo perso nel vuoto ed esclamano:"Oh!" OH COSA? NON SONO MICA LA NUOVA OPEL.

ORIENTAMENTO LENTO


Indecisa se passare dal piccolo supermercato a prendere l insalata, titubo sul da farsi indugiando sul portone dell ufficio. Vabbè andiamo a prendere l insalata e poi vado a casa con l altro autobus, tanto è presto. Arrivo alla cassa e il pingone solito, che deve avere una riserva barricata di domande di merda perché ogni volta è un festival, mi dice:"ma non sei andata a sciare?", "a sciare? Di giovedì?" Gli rispondo e lui : "qua vanno tutti a sciare, non vedi che non c'è nessuno?" Accompagnando la sua teoria inconfutabile con un ampio gesto del braccio, indican il locale deserto. La voglia di fare un ampio gesto con il braccio coglie anche me ma mi trattengo. Tre secondi di silenzio carico di tutto e poi altra domanda :"adesso vai a casa?" No vado a spiumarmi ai giardinetti qua dietro, e passa sta cazzo di insalata sul lettore che esco. "Ma abiti a Milano?" "No a Cinisello", "beh non è lontano, prendi il treno per Seveso" sì e poi me la faccio a nuoto. Non hai capito dov'è Seveso e dove sto io ma non importa, ho pagato e sto guadagnando l uscita, un attimo prima che si aprano le porte scorrevoli si sente: "ma Cinisello non è il paese di Trapattoni?" Mi fermo sulla porta, appoggio la borsa pesante che avevo da prima e con il reflusso gastroesofageo di un drago mi giro e rispondo: "Cinisello è la CITTÀ di Pierino Prati e se vogliamo allargarci di Gaetano Scirea, Trapattoni sta a Cusano Milanino. Non confondiamo il lungomare con un canale di scolo". Va bene andare a sciare di giovedì, farmela a piedi da Seveso, ascoltare tutte le volte le tue minchiate, ma dire che abito in un posto che conosci solo per un interista è troppo per la mia tolleranza.

ZINGARO VOGLIO VIVERE COME TE, ANDARE DOVE MI PARE NON COME ME....


"Buonasera signori signore scusate di disturbare sono una familia povera senza casa senza lavoro uno moneta per latte la bambina". Cantilenando questa tiritera, uno zingaro avanza nella carrozza del metrò, strisciando una gamba, appoggiato ad un bastone ricavato da un ombrello rotto attaccato con lo scotch ad un gommino di una sedia. Mi scappa l occhio sui piedi. Le scarpe non hanno i tacchi consumati nella maniera in cui si consumano a chi ha davvero dei problemi di deambulazione seria. Mendicante mendace, hai le scarpe sane.

L'IMBIANCHINO


Tenera famigliola sull autobus. Mamma, papà e piccino nel passeggino, disquisiscono amabilmente in lingua a me sconosciuta. Lei guarda tutti in maniera torva, lui fischia al bimbo pensando di farlo ridere. Nei momenti di silenzio lui infila le dita nel naso, scrosta le pareti dalla vecchia imbiancatura, ne fa accurate palline che meticolosamente incolla sui pantaloni all altezza del ginocchio. Un capolavoro di decoupage. Signora mia, invece di guardare gli altri come se facessero schifo, guardi quel riassunto di discarica che ha preso per marito, non si gioca col pongo organico in mezzo alla gente.

IL GAGA'


L autobus non passa e dopo un quarto d ora che aspetto decido di tornare a casa col il passante, il treno, non la prima persona che passa. Scendo le scale e il treno è già lì, salgo al volo e dietro con me sale un uomo di età indefinibile intorno forse ai sessanta, vestito molto bene, scarpe lucide e ben tenute come se ne vedono poche ormai, cappotto sartoriale di buona fattura, pantaloni in lana con piega perfetta e capelli tinti di un biondo finto come i soldi del monopoli. Mi ha ricordato Mike Bongiorno ai tempi di Rischiatutto. Si guarda in giro con la faccia a punto di domanda, del genere "che busta vuole, la 1 la 2 o la 3?" Dopo tre torsioni di collo tipo "L esorcista" mi chiede:"ma questo è il Saronno?" Gli rispondo educatamente col un sorriso:"Non lo so, non ho guardato..." e lui :"Grave!!! Anche io sono salito un pò così, si dovrebbe guardare dove si và". "Ha perfettamente ragione, ma io devo solo fare una fermata, non devo andare a Saronno". Oh cicisbeo del cazzo, te sei grave, ma da ricovero, vai in giro imbastito come un orlo col sorfilo e vieni a fare le menate a me perché non ho guardato dove và il treno. Te lo dico io dove va

 

IL TORNELLO TRALLALLA'


Ai tornelli del treno io sto uscendo e vedo entrare un ragazzo correndo. Immagino che rischi di perdere il treno e mi fermo per non essergli di intralcio. Questo inizia a saltellare prima a destra, poi a sinistra, poi a destra, poi fa una piroetta su sé stesso guardando in aria ripetendo a voce alta :"il binario uno o il due? L uno o il due? Ma qual'è? Aaaah!!!!" Poi di nuovo una mezza corsetta a destra, poi a sinistra, poi a destra e infine imbocca le scale come il vento. Io non mi muovo subito perché un pirla così un minimo ti prova nei sentimenti. Una manciata di secondi dopo lo vedo riemergere dalla scale e sempre a voce alta dice :"era il binario sbagliato". Allora, Roberto Bolle di sta minchia, se stavi fermo un minuto, ti leggevi il tabellone, vedevi il binario giusto e non avresti perso il treno, invece di farmi la morte del cigno davanti. Aver avuto un badile...

COME FA IL TELEFONO?

Una delle cose belle che fanno questi 'smarfoni' è che come suoneria, ci puoi mettere tutto quello che vuoi: la tua musica preferita, quella disponibile sul telefono, mille suoni scaricati dalle app, il vicino di casa che dice tutto l alfabeto ruttando, insomma, un'infinità di possibilità. Tu no, che suono ci metti? Il 'drin' dei telefoni di una volta che fa tanto 'vintage' e lo fai suonare, suonare, suonare, suonare, zum zum zum zum...
È un quarto d ora che lo stai facendo suonare, perché non rispondi testa di minchia intarsiata? Hai messo il volume a palla, lo sente anche l autista della 61 e noi siamo sulla 54,  stai ravanando nella borsa da un'ora e il telefono ce l hai in tasca! Io come suoneria ci metterei il suono della sveglia.

LA GA' EL SUV

Camminando in pausa pranzo sento una voce di donna che urla: "Scusaaa, viale Umbria? Scusaaa, viale Umbria? Scusaaa, viale Umbria'".
Mi giro dalla parte dove sento provenire la voce e vedo una babbiona imbastita, alla guida di un Suv grosso come la sacrestia del Duomo.
Ferma all'imboccatura di una strada piccola, senso unico, sulle strisce pedonali, affacciata al finestrino, urla la stessa frase a chiunque le passi vicino.
 Una ragazza con le cuffiette nelle orecchie non la sete e tira dritto, un signore anziano si blocca, spaventato dalla situazione che non capisce e una signora tenta di dirle che non sa dove si trovi questa via.
La carampana infastidita le dice:" mi hanno detto che è una parallela di questa!!!! (viale Campania)
Nel frattempo, dalla coda di macchine che si è formata, parte una fanfara di clacson.
La tipa non si muove e seguita imperterrita a starnazzare la stessa frase "Scusaaa, viale Umbria? Scusaaa, viale Umbria?"
Per un attimo mi sfiora il pensiero di attraversare viale Campania tra un semaforo e l'altro mentre le macchine hanno il verde, sicuramente preferibile alla babbiona, ma proseguo per la mia strada.
Appena le arrivo a tiro questa, sporgendosi dal finestrino come il dentifricio da un tubetto strizzato al centro, mi urla: "Scusaaa, viale Umbria? Mi hanno detto che è la parallela di questa!!!"
Sì signora, è la parallela di questa, ma entrando in questa via si infila in un dedalo di sensi unici da cui per uscire, serve il filo di Arianna e Arianna adesso è a pranzo con Teseo.
Ma quel Minotauro che ha al posto della macchina, non ce l'ha un cacchio di navigatore??
Dopo la mia gentile risposta, la bertuccia non ringrazi, non saluta, se ne sbatte di tutto e di tutti, gira la testa all'interno del catafalco e appoggia il braccio destro su sedile del passeggero.
Mi allontano alla svelta da quelle strisce con la gelida sensazione, che mi scivola sulla schiena, di una retromarcia catastrofica.

SONO ARRIVATA, ADESSO PARTO....

Erano lustri, anni, mesi, giorni che pensavo di trovare un modo per fare un blog dove raccogliere le mie cazzate, e poi di colpo eccolo qua.
Devo ammettere che, se questo riassunto di perle mentali nasce. è solo grazie alle affettuose insistenze di carissimi amici che mi hanno spinto a far partire la metà di un sogno.
Non ho la minima idea di come si gestisca codesto coso, lo imparerò strada facendo, sperando di non incontrare Baglioni.