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venerdì 11 giugno 2021

L'ASCENSORE PER L'INFERMO

In questo anno e mezzo di situazione pericolosa e comportamenti anomali la mia fiducia nel genere umano, già scarsa di suo, è scesa sotto zero. Non ho mai sofferto la lontananza, che in questo caso non è stata come il vento, e nemmeno il non poter abbracciare e baciare qualcuno. Io ci sono stata bene in questa asocialità forzata, per altri forse era costrizione, ma per me è filosofia di vita. Non so cosa mi sia passato nel cervello ieri sera, ma tornando a casa incontro uno dei vicini con cui ho un buon rapporto, e questa frase riferita a me suona come un porcone in sacrestia. Mentre lui attende l'ascensore e io controllo la casella della posta, ci scambiamo le solite domande di rito, nel frattempo arriva l'ascensore e il vicino sale, io sono a distanza di sicurezza come sempre e lo saluto mentre la porta dell'ascensore si chiude. Dopo una manciata di secondi la porta si riapre e il vicino sporgendo la testa mi dice: - Vuoi salire o preferisci aspettare? Ci penso un secondo e per la prima volta accetto di salire in ascensore con un'altra persona dopo un anno e mezzo. Entrata nella cabina, mentre chiudo le porte e schiaccio il piano dove abita il vicino, parlo a voce alta facendo le mie considerazioni per l'aver accettato di salire: - Ma sì salgo, tanto abbiamo le mascherine, ci voltiamo le spalle e poi io sono vaccinata... Lui tranquillo risponde: - Bene, tu sei vaccinata, io l'ho fatto... Cade il silenzio e nella testa parte immediatamente la musica de 'Lo Squalo' ZAN ZAN ZAN ZAN ZAN ...(lo so che l'hai letto canticchiando) Sono stata un anno e mezzo lontana da tutti e quando decido di avvicinarmi a qualcuno anche se in sicurezza questi ha contratto la malattia, eccheccazzo! Sarà guarito? Sarà ancora infettivo? Quanto tempo è passato? Non poteva dire solo 'Bene' senza specificare oltre?? Sono solo cinque i piani che deve salire ma quest'argano del demonio sembra debba scalare il Pirellone fino all'ultimo piano, sembra immobile. Per stemperare la situazione e sembrare intelligente faccio le solite domande del cazzo: - Sei stato tanto male? L'hai fatto a casa o in ospedale, adesso come ti senti? Lui gentilmente mi risponde: - E sì, sono stato parecchio male, non riuscivo a respirare, sono stato a casa ma sono arrivato al punto che stavo per farmi ricoverare perchè non respiravo più ma mia moglie non ha voluto e alla fine è andato tutto a posto. - Adesso come va, stai bene? Ti ha lasciato strascichi? Hai fatto fatica a riprenderti? E siamo sempre dentro a questa cazzo di cabina che sembra essere tirata su a mano da capitan Uncino. - Sì, adesso sto bene, è passato tanto tempo, era Ottobre... Dentro la testa parte il conteggio con le dita delle mani, ottobre, novembre, dicembre, gennaio.... - A beh allora è passato tanto tempo, ora stai benissimo! L'imbecillità lascia spazio al sollievo e di colpo l'ascensore arriva al piano, auguro la buona notte al vicino che scende e proseguo la salita verso casa.