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lunedì 12 ottobre 2020

TAKE YOUR HAND QUT OF YOUR POCKET, PLEASE.

Da quando avevo 16 anni ho sempre avuto una passione per gli Stati Uniti d’America. Non ho mai pensato di viverci ma mi piacerebbe vedere qualcosa, New York in primis, poi passando il tempo e conoscendoli un po’ meglio, si sono aggiunti altri luoghi, come Salt Lake City, Anchorage, Philadelphia, Lancaster… Da ragazza li ho girati con la fantasia sull’Atlante Geografico, l’ho distrutto a forza di girare le pagine, ce l’ho ancora e mi fa tanta tenerezza vedere come l’ho ridotto, ma insieme abbiamo girato il mondo più volte e negli States abbiamo fatto il ‘Coast to Coast’ infinite volte, abbiamo visto porre la prima pietra miliare della Route 66, attraversato il deserto dell’Arizona e fatto il bagno nell’Oceano. Ora con Google Maps è tutto più bello, si gira in macchina! A volte quando sono sotto stress mi metto ad elencare in ordine alfabetico tutti gli stati della bandiera americana e ci sono degli stati che fanno fatica ad entrarmi in testa, un po’ perché non ci hanno fatto tanti film o non ci sono particolari cose che li fanno ricordare, altri per pura ignoranza di base così per ovviare alla cosa, quando sono particolarmente “under pressure”, vado in giro per gli States nei posti meno conosciuti dalla mia mente. Oggi è uno di questi giorni dove i pensieri arrivano da ogni parte come proiettili e non ho una grande velocità ad alzare gli scudi, sono nervosa, devo risolvere tre problemi alla volta e molto velocemente, praticamente un marine in guerra col tempo, allora ho deciso che in pausa mi vado a fare un giro in Pennsylvania ed in particolare nella contea di Lancaster. L’unica cosa che conosco di questo stato sono: le comunità Amish, che sono 6 ore indietro rispetto a noi, che deve il nome al quacquero William Penn e che è stata una delle tredici colonie a comporre gli Stati Uniti. Aperto Google Maps, seleziono la città di Lancaster e parto da lì, gira gira, guarda guarda e mi ritrovo in una piccola cittadina che la nota di spiegazione passa come ricca di cose interessanti da vedere, il prezzo degli alberghi a 3 stelle parte dagli 88 euro e si chiama Bird in Hand… Ora, io non parlo neanche bene l’ inglese ma mi faccio capire bene quando voglio, siete pregati di non finire la frase alla Vasco Rossi anche se l’avete letta cantandola. Dicevo che non parlo inglese, lo capisco meglio se parlato piano e lo capisco sufficientemente bene se lo leggo, ma chiamare una cittadina, anche se ridente, Bird in Hand… anche uno che ha studiato il Coreano ci arriva. Ma cosa saranno mai queste notevoli attrattive turistiche in questa piccola cittadina della Pennsylvania?? Take your hand out of your pocket, please.

martedì 6 ottobre 2020

ENCHANTIX!!

Sull’autobus alla mattina alle 7.15, solito ingorgo nella solita strada, è così da tempo immemore e fa perdere un sacco di tempo. Spesso me la faccio a piedi da casa al capolinea del metrò, una mezz’oretta di cammino nemmeno tanto faticoso, a volte ritempra lo spirito ma stamattina ci vorrebbe dello spirito in bottiglia per ritemprare l’anima, parto già stanca e decido di prendere il pullman, ne aspetto uno abbastanza vuoto e inizio il viaggio pendolare quotidiano. Sono fortunata, c’è anche posto a sedere e mi accomodo armata di pazienza in attesa di passare la parte stretta della clessidra e arrivare al metrò. Dopo un paio di minuti l’autobus ha fatto solo tre metri di strada e dal suo posto a sedere si alza un uomo sulla cinquantina portata male che si incammina verso il vano occupato dall’autista masticando dei biscotti, arrivato alla catenella di plastica che delimita il passaggio esclama a voce abbastanza sostenuta: “Scusi autista…” “Dica…” “Se lei si mette un po’ più a sinistra col bus i furbetti non passano avanti, il codice della strada glielo permette” “Lo so ma non è questo il problema, mi posso mettere anche tutto nell’altra corsia che tanto passano avanti e poi al semaforo si infilano” “Non è che possiamo sempre svegliarci due ore prima per arrivare giusti al lavoro perché restiamo bloccati due ore qui per i furbetti” “ Il problema non sono tanto i furbetti quanto il numero elevato di macchine che transitano in questa strada che è l’unica che ti porta fuori dalla città” “Sì certo ma intanto i furbetti passano, vede??” Indicando con un gesto del braccio la macchina che passa di fianco all’autobus sorpassandolo, benedice con una manciata di briciole il sedile alla sua sinistra che al momento fortunatamente è libero. “Lo so, sono anni che faccio questa linea” “No, non è che ci voglio insegnare qualcosa a lei ma mi sono rotto di aspettare per colpa dei furbetti, a lei non ci voglio insegnare niente, ci mancherebbe, è il suo lavoro lo sa fare…” Al termine della conversazione, l’uomo si gira e torna al posto continuando a masticare rumorosamente la colazione, imprecando contro i furbetti della Crocetta e gesticolando energicamente, lancia briciole di saggezza come polvere di stelle, e tutti magicamente ci trasformiamo in Winx urlando “Enchantix!!!” in piedi sui sedili alla Guido Meda.

PERSONALITA' DI FORTE IMPATTO

Ore 8.30, data 6 ottobre, condizioni del tempo: fresco ventilato leggermente nuvoloso, una discreta giornata di autunno. Signora elegante, alta e di corporatura snella, indossa un cappottino leggero nero, stivali alti indossati senza calze, gonna corta sopra al ginocchio, occhiali scuri e capelli neri raccolti in una morbida coda di cavallo bassa. Indossa degli auricolari vecchia maniera, quelli col filo, di colore bianco, che appoggiato sulla spalla risalta sulla mise total black. Ferma sul marciapiede è intenta a scrivere un messaggio sul suo smartphone e nello stesso istante ascolta una conversazione e risponde con voce bassa ed educata, cosa rara in una società dove tutto è urlato, anche i fatti personali, soprattutto i fatti personali. La signora elegante prosegue nei suoi lavori e terminato il tutto riprende la sua marcia verso altri impegni, alza il viso dal telefono in contemporanea con il primo passo in avanti e fa un frontalone lanciato col monopattino elettrico parcheggiato a venti centimetri da lei che era di fin da prima.