Pensionati ganassa della Milano bene che tornano a casa in
autobus.
In una coppia di amici in genere c’è sempre quello più
‘brillante’, chiassoso, che ama attirare l’attenzione su di sé mentre l’altro
fa da spalla, bersaglio di battute tristi lanciate nell’aria come frisbee
convinti che facciano ridere.
Sulla 61, autobus che attraversa il centro della Milano da
bere, salgono due amici dove uno dei due pare essersela davvero bevuta Milano.
Si vede subito che stanno bene a grana, piumino e scarpa
firmati, cappotto in lana di cammello di ottima fattura e sciarpa in cashmere.
Uno dei due si siede mentre l’altro resta in piedi perché
‘lascio il posto agli anziani’ e dondolando pericolosamente ad ogni frenata e
ripresa dell’autobus, non si aggrappa ai sostegni fino a che il baricentro non
gli cade dietro la schiena cercando di
portarselo dietro.
Non smette mai di parlare, con un accento assurdamente
milanese alla ‘cumenda’ che ogni volta che lo sento mi sembra incredibile che
esista davvero, ogni cosa genera un
commento rivolto all’amico seduto:
“Ma te hai timbrato?”
“Ho l’abbonamento”
“Hai la tessera? Ma la devi timbrare lo stesso che se
salgono i controllori ti pestano su una multa che mollami… ma te non dovresti
pagare la tariffa intera, dovresti pagare la metà di 75 centesimi come
accompagnatore di disabile, che sono io…” ed esplode in una sonora risata che
diverte solo lui perché anche con tutta la mia buona volontà non riesco a
capire la teoria del ragionamento, l’unica cosa che capisco è la disabilità
mentale che non finirà di stupirmi fino alla fine del viaggio.
L’amico seduto cerca di rispondere qualcosa ma non riesce a
trovare il tempo giusto tra una parola e l’altra e questo continua:
“Te domani ci sei? Io non lo so, se non vado al funerale
della nonna del mio amico d’infanzia non vengo”
“ma quanti anni aveva?” chiede l’amico seduto.
“eh…certo che quando la sfiga ci si mette, era il giorno di
Natale, erano in macchina stavano andando dai parenti, passano lo stop, la
macchina dall’altra parte non si ferma e bum! Via mezza fiancata, la nonna
morta sul colpo”
Mimando la dinamica con un gesto secco della mano che taglia l’aria all’altezza della cintura.
“ma quanti anni aveva?” chiede di nuovo l’altro
“ma quanti vuoi che ne avesse, che ne so, ne ha duemila il
mio amico sua nonna ne avrà avuti almeno di più”
Eh, come ragionamento non fa una piega.
Ancora ora i passeggeri dell’autobus si stanno chiedendo
come facesse ad avere ancora la nonna il suo amico se erano bambini assieme e
lui ne avrà una sessantina abbondante.
“Oh e in ospedale le hanno fatto l’autopsia, ma cosa cazzo
la fai a fare l’autopsia, l’ha centrata un tir di cosa cazzo vuoi che sia
morta, di morte naturale?
Comunque non dovevi insistere a pagare te il grappino, vieni
lì si mangia, si parla e poi te paghi, ci si mette d’accordo, non ho mica
capito”
Adesso però ho capito io.
“va bene, allora domani lo paghi te”
“E no, valeva solo per oggi ( e giù un’altra risata) perché
non lo fai pagare all’architetto, quello sì che ci va giù, meglio che lo paga
lui che se lo paghi te gli devi pagare la bottiglia intera, beve come una
spugna e non ha niente, sano come un pesce, se bevevo io così a quest’ora altro
che cirrosi”
Sicuramente ti sei bevuto tutti i congiuntivi
L’amico seduto riesce a prenderlo in controtempo e risponde
con tono pacato due toni sotto al suo:
“Cosa ne sai te se non ha niente, magari ne ha talmente
tante che beve per affogare…”
Rapido come una faina il tipo non lascia finire la frase e
interrompe:
“Affogare cosa, con tutto quello che beve affogherebbe anche
una balena” e si sganascia in una grassa risata.
Una brusca frenata dell’autobus, che evita di tamponare una
macchina che gli taglia la strada, interrompe la divagazione sull’architetto
dedito all’alcol e l’amico seduto chiede:
“Cosa succede?”
E quello in piedi risponde: “Cosa succede, va sto pirla,
complimenti, bella manovra coglione”
“Ma chi è?” chiede l’altro
“Chi è chi è, è quello….è uno”
Nel frattempo
l’autobus sussulta su pavè sconnesso di Largo Cairoli sballottando il bauscia,
che instabile sulle gambe, si cimenta in una pericoloso volteggio disarticolato
che termina appeso ai sostegni esclamando:
“ E la madona, ma
perché sto pavè del cazzo non lo tirano su che non ci sono più i cavalli a
Milano, non serve a niente, solo a rompere i giunti delle macchine, e tutti
quei chilometri di binari che non servono a un cazzo cosa li lasci a fare in
mezzo alle balle che poi la gente ci va dentro con le ruote delle biciclette e
si ammazza, quelli che dicono di girare in bicicletta a Milano è perché non ci
sono mai andati in giro in bicicletta, prova e poi me la racconti, poi m i dici
di usare i mezzi, ma se ci sono i pirla sulle macchine”
Ma anche sui mezzi non ci facciamo mancare niente.
“E’ il sindaco che non fa quello che deve fare, ma si può
viaggiare a sto modo?
Che investa a mettere a posto le strade, invece di investire
i soldi dei cittadini nel Gay Pride, che vada a dar via il culo”
Appunto…
Mentre l’amico si alza preparandosi a scendere si attacca al
sostegno vicino alla porta e timidamente azzarda un:
“Meglio che mi attacchi che se mi si rompono le uova come
l’altra volta… avevo comprato delle uova spettacolari e sono arrivato a casa
con la frittata nel sacchetto”
Pronto il ganassa risponde:
“Come fanno delle uova ad essere spettacolari erano più
ovali delle altre? Ma dai fammi il piacere!!!! Fai il bravo”
L’autobus si ferma, scende l’amico con le uova e lui lo
segue, non vede il cordolo dissestato del marciapiede e si piega
pericolosamente come certe navi che fanno l’inchino, rimasto in piedi per
miracolo tira giù un porcone da manuale benedicendo il sindaco, la giunta e la
dirigenza comunale davanti alla meravigliosa torre del Filarete.