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giovedì 13 aprile 2017

LA MESSA È FINITA

Dall'altoparlante interno al treno il conducente avvisa:
"Il metrò termina la corsa a Villa San Giovanni, i passeggeri sono pregati di scendere, a breve seguirà un altro convoglio"
Dopo i secondi di smarrimento, perché a Villa San Giovanni finisce il mondo e poi da lì dov'è che vado, la marmaglia rinvenuta dagli interni dei propri telefoni, rientra nel personaggio del pendolare seccato di tutto quello che esce dai "binari" della quotidianità, e sbuffando inizia a sgranare rosari di improperi lunghi come il giro d'Italia.
Arrivati al capolinea la transumanza di armenti si avvia verso l'uscita.
Davanti a me c'è un uomo sulla trentina che parla al telefono, tenendo l'apparecchio con un mano mentre con l'altra tiene un sacchetto con dentro un pollo arrosto che fa oscillare avanti e indietro con ampi gesti, come fosse un turibolo maneggiato da un chierico a Mess'alta.
Schiavata l'incensata ai tornelli mi prendo in pieno stomaco la benedizione dell' Angelus sulla scala mobile, con volo della colomba, arrosto, compresa.
E anche questa giornata è finita, possiamo andare in pace.

PELO COMODO...PELO COLOLE

C'è un negozio a Milano che vende abbigliamento, gestito da cinesi, dove a volte trovo delle cose carine diverse dal solito genere.
La cosa anomala rispetto alla maggioranza dell'etnia cinese, solitamente riservata e taciturna, è il gestore starnazzante e inarrestabile.
Appena metti piede nel negozio, inizia con la sua cantilena asfissiante: "Ciao...tu celca pela maglia? Qui maglia pel te....pel colole...pela comoda...glande...pelo cotone...flesco...."
A nulla serve dire che sto solo guardando, lui seguita imperterrito: "vuoi maglia pel te? ....questa pelo...gualda colole...pelo comodo...taglia glande"
E te lo taglierei sì!
Che mi stai ricamando la minchia a punto festone da dieci minuti...e molla un po'!
Tutte le volte che passo, esco per disperazione e mi riprometto di non tornarci più e poi puntualmente ci torno.
Ho provato ad entrare in silenzio e infilarmi subito dietro allo stand dei pigiami per sgattaiolare strisciando sui gomiti fino alle magliette, ma sto involtino primavere sbuca da dietro lo stand dei pantaloni e con una maglia rosa in mano attacca la tiritera: "maglia pel te...pelo colore...cotone flesco...comoda..."
Ma pezzo di germoglio di bambù, sono tutta vestita di nero, l'unica cosa colorata sono gli occhi e tu mi proponi una maglia rosa, ma ti sembro Cipollini al giro d'Italia?
Esasperata dall' invadenza asiatica sto per andarmene quando arriva la salvezza insperata, entra una signora che chiede se vendono cuffie da bagno e Ciuenlai si distrae: "Sì, cuffia da bagno...quelo collidoio...in fondo..." la signora si avvia  tentennando perchè non vede quello che cerca e va oltre, troppo in fondo.
Ma il negoziante non la segue, resta fermo in mezzo al negozio e vedendo che la signora è troppo in fondo, inizia a  ad urlare: "no lì...no lì...tloppo lontano....tloppo in fondo....tonale indietlo...tonale...tonale...tonale!!"
O pezzo di muraglia, invece di urlare come un pavone isterico, prova ad andare a darle una mano da vicino, che se aspetti ancora un po' invece che Tonale la signora arriva in via Stelvio.

martedì 11 aprile 2017

SCRITTO COSÌ, CHE RAFFORZA IL CONCETTO

Conversazione telefonica sul metrò, una ragazza parla con un'amica:
"Al momento mi sembra che le cose siano tranquille....no no, non che sta benissimo ma intanto va meglio....credo comunque che alla lunga sarebbe stato peggio ma non poteva nemmeno pretendere di scalare gli alberi, ci vuole il suo tempo e soprattutto pazienza....ma và....è arrivata al punto di dirle che c'era bisogno di dare una sistemata....adesso questa povera crista dice una cosa e dopo due secondi dice l'opposto, è che tutti abbiamo i nostri problemi....questo non te l'avevo detto...ogni cosa si presta ad essere cucita addosso sia da chi parla che da chi ascolta...eh, questo 2016 è stato proprio gestito male"
No cara, non è stato gestito male, è stato proprio un anno dimmerda.
Scritto così, che rafforza l'idea di roba consistente che ti si spalma addosso.

HA ROTTO LE UOVA NEL PANIERE

Conversazione tra un ragazzo e una ragazza che si conoscono da poco, le solite domande che si fanno agli inizi di una conoscenza e tra queste la ragazza chiede:
"Hai degli hobby, degli interessi particolari?"
Lui con molto entusiasmo risponde:
"Sì, mi piace molto cucinare, da sfogo alla mia creatività"
Lei sorride e, felice di aver trovato un argomento di conversazione, ribatte:
"Interessante, qual'è il tuo piatto forte, in cosa ti piace cimentarti, nei primi, secondi di carne, dolci?"
Lui risponde rapido come chi sa il fatto suo:
"Le uova sode!"
Epperò, a Cracco je famo 'na pippa, in cucina, nel bagno e pure nel living.

IL MONDO È FATTO A SCALE, C'È CHI SCENDE E C'È CHI SALE


Sul treno del ritorno la folla un po' si accalca e quando arriva alla fermata dove salgo io, ci sono esseri sparsi in maniera poco consona.
Si sale come armenti e ci si infila negli spazi disponibili come la carne filosa in mezzo ai denti.
Devo fare una fermata sola ma cerco di non mettermi in mezzo ai piedi ostacolando la salita degli ovini dietro di me.
Siamo quasi tutti sistemati tranne un signore che, occupato a guardare il suo telefono, decide di mettersi sui gradini che portano al piano di sopra della carrozza.
Sempre con il capo chino sul telefono inizia a salire, al terzo scalino sbaglia ad appoggiare il piede e  trabam!!... cade rumorosamente in ginocchio annaspando alla ricerca di un corrimano a cui aggrapparsi, che ovviamente non trova.
Si rialza rapido e prosegue la salita fingendo di volersi accomodare al piano superiore.
Nel frattempo il treno parte, circa a metà percorso tra una fermata e l'altra, rallenta un po' in galleria fino a fermarsi qualche secondo.
La signora dietro di me chiede: "Scende?"
"Mi giro, la guardo e con un sorriso rispondo: "Si signora, appena aprono le porte".
Il treno riparte e le persone si preparano per scendere alla prossima fermata.
Quasi in stazione, mi sposto in avanti verso la porta lasciandomi alle spalle le scale.
Il treno si ferma e un attimo prima dell'apertura delle porte si sente un rumore sordo, insaccato, come di bufalo alla carica, mi giro e dalle scale sta scivolando lo stesso individuo che era caduto salendo.
Gesticolando in modo scomposto con le braccia come se stesse facendo una vasca a dorso, si rialza affannato e paonazzo in volto, e guadagnando la porta a razzo andrà a cadere altrove.
Meno male che sei sceso solo dopo una fermata, che se dovevi arrivare a Treviglio ti avrebbero trovato al capolinea disarticolato come un Cicciobello in pattumiera

PULÈ PINITO

Io e la lingua filippina abbiamo dei grossi problemi, più io che lei. Quando sento parlare in quell idioma mi sale una furia senza spiegazioni. Mi irrita, picchierei chi la sta parlando. Non ne conosco il motivo ma non posso farci niente. Quando li sento parlare in italiano invece mi ribalto dal ridere. Nel loro alfabeto non hanno la lettera F, quindi non la sanno pronunciare. Cosa curiosa, visto il nome della nazione da cui provengono. Al posto della F, pronunciano la P. Parpalle, pinito, preddo, pinchè, e via a sto modo. Il momento più esilarante è stato, quando ordinando al ristorante un piatto di 'farfalle ai piselli', mi sono sentita rispondere da un cameriere filippino:"parpalle piselli piniti c'è patate al porno". Nella manciata di secondi tra il realizzare cosa mi aveva detto il cameriere e quello che avrei dovuto prendere in alternativa, nella mia testa c'è stata un festival di piselli, patate e parpalle da far invidia a Youporn. Mi ero giusto chiesta il motivo per cui un ristorante avesse pesanti tendoni scuri e le pareti rosse.

OGGI IL PIRLA SONO IO

Visita di controllo dall'oculista dopo l'intervento di febbraio.
Va tutto bene, la vista da lontano è rimasta uguale e anche quella da vicino non ha subito danni, il medico è soddisfatto dell'esito e stupito che dopo un mese e mezzo si sia riassorbito tutto l'edema e non siano rimasti segni della trombosi retinica.
Io sono una raffica di domande, 
come sempre, devo sapere, devo capire, ma ormai, dopo quasi un anno, il dottore ha capito come sono e gentilissimo risponde a tutte le mie richieste con grande professionalitá e comprensione.
All' ultima mia richiesta di dare una controllata agli occhiali di lettura mi risponde con il suo sorriso divertito e affettuoso: "E mi dia gli occhiali che li guardiamo.."
Ravano nella borsa e gli porgo la custodia degli occhiali allungando la mia mano verso la sua,  vedo che lui non ritrae la sua e ride, guardo quello che gli sto porgendo e vedo che è la scatola con dentro il bastone dei selfie.
Prossima visita psichiatria, oggi il pirla sono io.