A Milano in agosto si viaggia bene, non mi stancherò
mai di sostenerlo ma certe mattine si viaggia anche meglio, oggi è stata una di
quelle mattine con il valore aggiunto.Partiamo dalla fermata vicino a casa sul 728 con l’autista
dalla guida disinvolta che copre la distanza Crocetta/Bignami M4 in 8 minuti
piegando l’autobus in curva strisciando la saponetta sull’asfalto e rovesciando
gli stomaci dei passeggeri che hanno appena fatto colazione.
12 minuti Bignami/Zara su Metrò Lilla senza autista
ma tanto di cappello anche a lei che nella sua autonomia regala emozioni a
pensare che si sposta da un binario all’altro senza che nessuno glielo dica.
Arrivata a Zara salgo sulla 60 mezza vuota che mi
porta a destinazione attraversando una Milano semi deserta e meno frenetica,
fare il viaggio in superficie guardando la mia città un po’ da turista è una
cosa che mi è sempre piaciuta, specie in questo periodo, pesa meno persino
andare al lavoro.
Oggi però c’è una novità, l’autista dell’autobus è
un novellino con a fianco l’istruttore che lo aiuta, è la prima volta che mi
capita e non poteva capitare di meglio.
La prima cosa che dice è di stare attento alla
portiera del vano autista:
“ Tienila sempre chiusa che se dovesse capitare
addosso a qualcuno e si fa male sono cavoli”
Questa frase apre le danze, l’accento dell’istruttore
è pesantemente bergamasco, con le ‘e’ talmente aperte che entrano i camion a
fare manovra.
Un accento non di Bergamo città, ma di valle, uno di
quegli accenti da alpeggio, pesanti, che radunano le mucche solo con un “oooooohhh”
, lo riconoscerei in mezzo a mille ‘cantilene’, un accento della Val Seriana,
la mia valle.
Arrivato l’orario per partire l’autista si siede al
posto di guida e dal marciapiede di sente l’istruttore:
“Signori in carrozza!! Si parte…”
Una coppia marito e moglie un po’ matura chiede: “Questa
ferma in Stazione Centrale?”E lui risponde: “ Certamente, prego…”
E accompagna la frase con un eloquente gesto della
mano che sembra volerli ‘spingere’ a salire.
Salito sull’autobus inizia una giaculatoria che
chissà quante volte ha ripetuto in tutti gli anni di lavoro:
“Controlla negli specchietti, schiaccia il bottone,
chiudi le porte, guarda nello specchietto che sia tutti a posto in vettura,
togli il freno a mano e parti piano”
L’autista esegue e si avvia verso il semaforo cento
metri più avanti e l’istrutto continua:
“Brao, è verde ma guarda sempre a destra e sinistra perché
l’è n’attim e te se ‘l troet denter”
Il tragitto prosegue e arriviamo alla rotatoria di
Piazzale Lagosta:
“Adesso vai, la precedenza è tua, prenditela e vai
deciso che se non comandi te da qui non esci più quando c’è traffico, la vedi??
Una macchina sola ma ti ha fregato”
Impegnata la rotatoria si avvicina la prima fermata:
“Adesso metti la freccia e accosta, va sto cretino
ha parcheggiato proprio qui in mes ai bale, brao, così, ferma e apri le porte,
guarda lo specchietto, tutti su, chiudi e andiamo”
Nel frattempo da destra arriva il tram e l’istruttore
incalza:
“Scruta, scruta sempre a destra e sinistra, sempre
anche quando hai ragione te che se questo lo prendi dentro è un carro armato,
ha ragione lui anche quando ha torto”
Passato il tram riprendiamo il viaggio e l’istruttore chiacchierone e un po’ curioso si gira verso la coppia che prima aveva chiesto se l’autobus fermava in Stazione Centrale e chiede:
Passato il tram riprendiamo il viaggio e l’istruttore chiacchierone e un po’ curioso si gira verso la coppia che prima aveva chiesto se l’autobus fermava in Stazione Centrale e chiede:
“Dove andate di bello?”
E la moglie della coppia timidamente risponde:
“In Campania, Salerno”
“Aaaaah bei posti chi lè, c’è il bel mare”
Senza perdere d’occhio il novellino ritorna ad impartire
istruzioni mentre una signora ardimentosa si avvicina e chiede all’istruttore
di dove fosse.
“Straniero io sono, provincia di Bergamo”
E la signora sorridente incalza:
“Di dove esattamente…”
“Gandino”
Non si può confondere il dialetto valligiano con un
dialetto bergamasco qualunque, sa di erba tagliata di fresco e concime, di melgù e latte appena munto.
“Si mangia bene dalle vostre parti, la polenta…”
Sta strana convinzione comune che a Bergamo si mangi
solo polenta.
“Se maja bè sicür ma mia domà polenta, casonsei,
strinù, capuni..”
Tra un piatto e l’altro, senza mai distrarsi dalle
manovre del novellino, intercalando una
salamella con un’istruzione arriviamo alla fermata del cambio autista.
“Adesso quando arrivi alla prossima fermata che c’è
il cambio, ti fermi, spegni il motore, tiri il freno a mano, te tiret sò i to
robe e dom a fà culassiù”
Si gira verso noi passeggeri e allegramente esclama:
“A tutti una buona giornata e chi parte buone
vacanze”
E la corriera per Clüsù riparte nel silenzio indifferente di tutti i giorni ma con un po’ di polenta dentro e un sorriso fuori.
E la corriera per Clüsù riparte nel silenzio indifferente di tutti i giorni ma con un po’ di polenta dentro e un sorriso fuori.