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martedì 26 gennaio 2021

'NA TAZZULELLA 'E CAFE'

La consuetudine ‘forzata’ di bere il caffè nel bicchierino da asporto ormai fa parte del comportamento comune, è diventato quasi normale vedere roccoli di persone davanti ai bar che chiacchierano sorseggiando caffè e cappuccini, se non vogliamo pensare al motivo che ci ha portato a fare questa cosa possiamo anche pensare che fa tanto ‘ammericano’ e ce la facciamo andare giù assieme alle bevande. Arrivando con l’autobus come tutte le mattine, lo sguardo cade come sempre davanti al solito bar e il pensiero corre alle meravigliose brioche alla crema che la pasticceria interna sforna ogni giorno. Stamattina però c’è un’altra cosa che attira la mia attenzione, un uomo alto, corpulento, con i capelli spettinati dal vento freddo, imbacuccato in un giubbotto imbottito blu intento a cercare di pulirsi la parte davanti con la mano destra dal caffè fuoriuscito dal bicchierino chiuso male e nell’altra mano tiene il bicchierino gocciolante. Sono carucce quelle tazzine ma se non hai un barista intelligente che la sa chiudere bene i risultati sono questi. Dopo essersi pulito alla belle e meglio il giaccone finisce di bere il caffè, butta il bicchierino nel cestino dell’immondizia lì vicino, inizia a succhiarsi un dito dopo l’altro per togliere il caffè colato dall’incidente occorso poco prima e per concludere in bellezza, lecca il palmo della mano aperta finendo l’igiene personale con buona pace dell’Amuchina, dei gel e dell’alcool etilico che probabilmente in questi mesi ha fatto danni non solo al fegato.

lunedì 25 gennaio 2021

HABEMUS HOME BANKING

Non so quanti anni ci abbia messo mio fratello a convincermi ma alla fine ce l'ha fatta: HABEMUS HOME BANKING! La fa facile lui, del '67 un GEN X, tecnologico da sempre, io Boomer e chemmenefregaamme dell'Home Banking. Devo dire però che come Boomer sono una bella fetta avanti rispetto a tenti/e Boomer della mia età, smanetto con i telefoni, le app, i social, mail, blog, cam, pc, tablet, pin e puk e piff e paff e faccio le challenge di TIkTok. Se non stai al passo con i tempi è un attimo essere dismessa nel Walalla dei rimbambiti. Provo a fare il primo accesso all'app della banca, inserisco l'ID, la password temporanea ed esce il messaggio: " ti abbiamo mandato un sms, inserisci il codice che hai ricevuto" Aspetto qualche secondo ma non arriva nessun sms, aspetto ancora un po' ma niente, riprovo a fare tutto l'iter per il primo accesso, inserisco l'Id, la pssword temporanea, do l'invio ed esce lo stesso messaggio di prima:" ti abbiamo mandanto un sms, inserisci il codice che hai ricevuto" E come prima non arriva niente, come prima aspetto un po' e come prima non arriva niente di nuovo. Comincio a mischiare i santi delle prime tre pagine del calendario e decido di chiamare il numero verde messo a disposizione dalla banca. Dopo quattro squilli risponde una voce squillante di donna che inizia ad elencare le opzioni disponibili nel servzio clienti: "Per informazioni sulle carte di credito e carte prepagate digirare 1" "Per informazioni sui conti correnti digitare 2" "Per informazioni sulle novità per titoli e azioni digitare 3" "Per informazioni sull'app YOU APP digitare 4" "Per creare le PIN entra nella sezione CARD oppure chiedi a Paolo" Cosa vuol dire 'chiedi a Paolo'? Chi è sto Paolo? Siete seri?? Che razza di banca è che: 'chiedi a Paolo' Ho capito che mio cugino Paolo lavora in banca, ma cosa ne sa lui dell'app della mia banca, mica posso rompere le balle a lui tutte le volte che non riesco ad entrare nell'Home Banking. Pensa come sarebbe felice se lo chiamo alle 2 di notte per chiedergli come faccio ad entrare nella mia home banking. Rimando un attimo basita con il telefono in mano e mi sento un po' l'Olimpia della trasmissione di Bonolis: "Buoansera Paolo..." Riattacco e per una frazione di secondo penso a quando le banche erano come a Walnut Grove e la signora Ingalls ci depositava due dollari sulla fiducia.

giovedì 21 gennaio 2021

LA MAMMA DEI MINCHIONES E' SEMPRE INCINTA

Sovente mi reco in un negozio dove vendono ogni tipo di saponi, tisane, cosmetici e affini e mi beo dei colori delle confezioni cercando qualche amenità, spesso inutile, da comprare per sollevare l'animo. Il vantaggio di questi negozi è che anche in 'zona rossa' sono aperti, la fortuna è che fanno parte della tipologia di negozi che mi piacciono e che frequento spesso e volentieri perchè ci passo del tempo per rilassarmi un po'. Ormai è un anno che nelle nostre azioni consuete si è insediato l'uitilizzo del gel per disinfettare le mani. Quasi tutti ne abbiamo con noi una bottiglina ma sicuramente tutti lo utilizziamo all'entrata dei negozi. In suddetto negozio c'è un distributore di gel elettronico,comodissimo aggeggio che evita la manovra ragionata di splamare bene il dito che si appoggia al beccuccio degli erogatori elementari, e permette di vagare mentalmente a bufalo libero nella prateria mentre ci si unge le mani alcolizzate. Una volta entrata mi fermo davanti al totem dell'igiene, passo la mano sotto al distributore elettronico e dopo qualche secondo il gel cola sul palmo della mia mano. Con l'automatismo solito avvicino le mani strofinandole e persa nella mia testa attendo qualche secondo che l'acool evapori. Nell'attesa mi guardo in giro per decidere da che parte iniziare il mio giro rilassante ma all'improvviso esco dai miei pensieri svegliata da una sensazione di freddo appiccicoso sulla fronte. In una frazione di secondo mi rendo conto che ho inziato a fare il segno della croce e mi fermo basita da me stessa e dalle minchiate che ultimamente sono in grado di fare quasi quotidianamente. Mi sono inzaccherata la fronte di gel ma mi fermo un attimo prima di zozzare la spalla del piumino e guardadomi la mano mi rebdi conto del punto di non ritorno a cui sono arrivata, Incurante di tutto e di chi potrebbe avermi visto, inizio a cantare il ritornello di 'Take me to church'e mi avvio al piano di sotto del negozio con buona pace di Hozier. Eeeeeeimeen....eeeeeimeeeen....eimen...eimen.