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venerdì 8 luglio 2022

LA COPPETTA SIGNORE, LA COPPETTA!!

Questo pomeriggio è ancora molto alta la temperatura, ma c'è il vento caldo dell'estate che mi sta portando via, e decido di tornare a casa utilizzando i mezzi di superficie anziché fare tutto sottoterra come al solito. Attendo la 54 sotto il sole del deserto e mi avvio verso il centro. Scendo a pochi passi da piazza San Babila, non ci sono troppe persone e faccio volentieri la piccola passeggiata fino al metrò. Guardo le solite vetrine, il sarto di alto livello che cuce a macchina in bellavista in vetrina, i lampadari di Artemide, la profumeria storica Mazzolari, dalla quale esce sempre un mischione di profumi intensi che mi riportano alla mente vecchie matrone agghindate in modo estroso con la cipria stanca incastrata tra le rughe del viso. Il gioielliere, vetrina da guardare poco che costa un mutuo anche quello, un bar dall'arredamento sempre uguale da quando prendeva il caffè il Manzoni e Grom, gelateria che ha aperto i battenti da pochi mesi e che è sempre affollata. Oggi però non c'è nessuno, solo un giovane uomo sulla trentina, alto, slanciato ma non sottile, indossa pantaloni blu chefasciano delle gambe lunghe con i muscoli tonici e ben disegnati ma non eccessivamente in mostra. Porta una camicia azzurro chiaro che gli si appoggia sul torace perfetta seguendo le curve dei pettorali, ha un bottone aperto da dove si intravede una sottile collana 'snake' che segue il profilo del suo collo nè sottile nè massiccio. La camica la porta con le maniche risvoltate a metà avambraccio e con un dito tiene il colletto della giacca blu appoggiata con nonchalanche sulla spalla. Capelli scuri rasati ai lati e più folti sul resto della testa, viso incorniciato da una sottile barba ben curata e occhi scuri, al polso destro porta una serie di braccialetti in argento/acciaio e sull'altro polso un orologio di marca non esageratamente vistoso con un cinturino nero. Nella mano con i braccialetti tiene un cono di gelato che con i 30 gradi all'ombra dei portici si lascia andare come in preda a svenimento colando lungo la cialda. Per evitare il peggio, il giovane uomo blocca la goccia a metà del cono con un movimento rapido della lingua, seguendo tutto il profilo della cialda salendo dal basso fino ad arrivare nel punto in cui il biscotto si unisce alla crema e trasalgo... 30 gradi all'ombra, percepiti sulla pelle 72, benedetta sia la macherina, che tengo sempre a mezzo mento, che riesce a sorreggere la mascella che si disarticola immediatamente appena l'occhio individua la punta della lingua che lambisce la goccia affranta dal caldo. Raccolta la goccia e scongiurato il danno alla camicia il lavoro prosegue, perchè il cono con 35 gradi è uno sport estremo, solo gli eroi epici possono permetterselo e questo giovane uomo, oltre che il fisico, ha tutta l'aria di avere destrezza anche nelle arti oratorie. Arrivato al bordo del cono, che non vuol saperne di reggersi sulle proprie forze, si passa la lingua rapido sulle labbra e per una manciata di secondi ho le visioni celestiali, poi prosegue seguendo la circonferenza della crema per arginare il crollo totale, e per uniformare il tutto, abbassando leggermente il braccio che tintinna di bracciali, appoggia le labbra in cima al gelato che lentamente sparisce in bocca per una manciata di secondi e parte la ola mentale. Emmalamadonna ma che cos'è oggi?? Stamattina la banana, adesso il gelato, inizio a temere la cena. Eeeeh bella capienza, niente da dire, ma mi stai mandando messaggi controversi anche tu. Cerco di darmi una rassettata mentale, non ricordavo di aver avuto tanti peli come oggi tutti in piedi sul divano con il gas a martello. Dicono che dopo la menopausa le donne abbiamo la stessa probabilità di un uomo di morire d'infarto, te la vendono come la mancanza di estrogeni ma dovrebbero essere più onesti, non sono gli estrogeni, sono i maschi con il vestito blu che fanno danni. Una ventata di aria calda mi colpisce in faccia e mi riprendo dalla calura che a Milano diventa complicata, specie alle sette del pomeriggio. Il giovane uomo prosegue il suo dialogo con il gelato e io proseguo la mia strada cercando di schivare la colonna di marmo che è in quel punto da almeno cent'anni ma che non avevo mai notato.

giovedì 7 luglio 2022

L'Iliade, l'Odissea e la Bananiade

Questa è una settimana abbastanza particolare che mi vede uscire di casa un'ora prima del solito per andare al lavoro. Sono alla fermata dell'autobus in attesa che arrivi e come sempre mi perdo via nei miei pensieri con un orecchio che ascolta la musica nell'auricolare e l'altro che coglie i rumori in crescendo della città che si sta svegliando pigra in un giorno d'estate. Sono le sette e quarantacinque di un mattino d'estate, l'aria è leggermente fresca e ritempra un po' in attesa che la temperatura salga fino ai 35 gradi di questi giorni. A quest'ora in giro ci sono ancora umani che portano a passeggio i loro cani che ad ogni incrocio si azzuffano e si abbaiano improperi irripetibili. Ragazzi con le magliette da animatori degli Oratori, qualche pensionato che cerca un cantiere da criticare e i pendolari alle fermate degli autobus. A questa fermata c'è una ragazza molto graziosa, capelli lunghi, occhiali da vista con una montatura di metallo dorato leggera, perfettamente truccata ma non in modo pesante, indossa una gonna bianca, una maglietta nera, sandali neri a fascia con applicazioni di perline, borsa nera piccola a tracolla e zaino contenente il pc sulla schiena. Avrà 22/23 anni e sta ascoltando la musica con i suoi auticolari bluetooth incurante di quello che le sta intorno. C'è uan signora filippina che messaggia col cellulare, cosa assai strana perchè di solito si telefonano con l'altro capo del mondo parlando a voce molto sostenuta e poi ci sono io che dormo con gli occhi aperti, è da lunedì che mi sveglio alle 5.30 e sono un po' stanca, oggi però sono sveglia dalle tre e mezza e sono in catalessi. Restiamo tutti in attesa immobili all'ombra dei tigli che schermano dal sole del mattino quando ad un certo punto dalla parte opposta della strada scende dal marciapiede un bel ragazzo, anche lui sui 23/25 anni, un bel viso dai lineamenti dolci, capelli biondi corti ai lati e più lunghi sulla fronte come usa adesso, occhi scuri, indossa un vestito di cotone blu con la giacca, uno zaino contenente il pc sulle spalle e la colazione in mano, una banana a cui da un morso mentre attraversa la strada. Mentre attraversa in direzione della fermata dell'autobus, nota la bella ragazza in attesa e la squadra interessato da capo a piedi, non fa nulla per nasconderlo e indugia parecchio nell'osservarla. La ragazza resta immobile e indifferente, non so se se ne sia accorta del ragazzo o meno, ma non le si muove nemmeno un capello. Il ragazzo insiste con lo sguardo verso la ragazza mentre con nonchalanche infila in bocca quasi tutta la banana. Me cojoni fijetto bello e che è?? Mi sveglio di colpo dal torpore della mezza età, non fa ancora tanto caldo ma il sudore mi imperla la fronte, sta cosa della banana l'ho sempre vista fare dalle donne nei film di Bombolo e Pierino e questo mi fa colazione così in mezzo alla strada con 27 gradi ventilati. Mi si confonde il sentimento, stai guardando una ragazza e ti ingoi una banana come un fachiro, il messaggio è controverso, vabbè lo possiamo leggere anche da un'altra angolazione ma è pericoloso pensare ai gradi degli angoli in questa momento. Per quanto mi impegni a cercare la normalità a me vengono in mente Achille e Patroclo anche se a quel tempo le banane non c'erano ancora, e inizia a far caldo. Il ragazzo prosegue per la sua strada continuando a posare le labbra sull'unico frutto dell'amor e da lontano vedo arrivare il cavallo di Troia, non ricordavo che fosse verde e avesse il numero sulla fronte, salgo, timbro il biglietto e speriamo che al capolinea non ci sia Ulisse perchè a me quello m'è sempre stato un po' sulle balle, lui, Circe, le sirene e quei michia dei proci.