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giovedì 22 settembre 2022

Oh oh cavallo oh oh...

Io sono una grande sostenitrice degli skinny indossati dai maschi, specie se hanno le gambe lunghe e muscolose accompagnate da un contorno proporzionato e anche un pezzo di pane così si fa un pasto completo. Capisco però che il pantalone aderente elasticizzato accompagna bene ma potrebbe creare disagi oggettivi. Non avendo il porto d'armi non ho idea di come si possa esattamente accomodare l'arma nella fondina. Però se il cavallo dello skinny leva il fiato, forse una taglia in più potrebbe essere una soluzione, non puoi ogni minuto saltare sul sedile afferrando con due dita la cucitura e tirare giù il tessuto cercando di liberare i pensieri. Poi passare le mani sulle cosce tirando ancora più giù, e poi fai un saltello afferrando la cintura per tirare più su perché ti sei accorto che l'uscita sul retro è scoperta e passa aria, e poi ti si strozza ancora il pollo e ricominci a saltellare lisciando le cosce per rirare giù il cavallo, non siamo all'ippodromo. Siamo a Villa S. Giovanni, devo arrivare a Porta Venezia, mancano ancora sette fermate e ti sei gia tirato quasi in mutande due volte. Qui ci stiamo fingendo tutte morte ma se muovi ancora quella mano sulla piazza centrale del paese te la piego all'indietro, non sfidare il campanile che se poi suonano le campane qui parte la ola.

E' TEMPO DI STIVALI

La settimana della moda a Milano va vissuta sui marciapiedi, non sulle passerelle. Oggi scelgo di andare a casa prendendo il metrò a San Babila, pieno centro, pieno di gente. Sotto i portici degli accadimenti stupefacenti mi trovo sul percorso tre modelli, uno seduto su un NewJersey di plastica lasciato li per i lavori in corso della Milano da bere, solo un modello può stare bene seduto sopra a quel coso orribile, uno mi gira la schiena e l'altro è semi coperto da quello che mi gira la schiena. Di quello che mi gira la schiena mi perdo ad osservare gli stivali che indossa, dei Chelsea boot color cammello. Lo so, avrei dovuto guardare il sedere ben definito e leggermente sporgente, avvolto negli skinny elasticizzati neri che gli fasciavano le lunghe gambe tornite e leggermente muscolose, le spalle larghe coperte da un giubbino in pelle nera che scendeva morbido appoggiandosi lussurioso sui fianchi, ma ho guardato gli stivali, a volte mi distraggo. Indugiando sullo stivale mi stavo perdendo Chuck Norris seduto sul new jersy, stivale da cow boy marrone chiaro calzato su gambe chilomentriche, cappello da cow boy marrone scuro con piccole piume di piccione texano lungo tutta la circonferenza, capelli biondi lunghi fino alle spalle, giacca di pelle scamosciata con le frange alle braccia, intento ad accendersi una sigaretta. Con la mano destra teneva l'accendino e con la sinistra gli faceva schermo per proteggere la fiamma dalle leggere folate di vento create dai sospiri delle viandanti. Sembrava si essere sul set dei Ponti di Madison County, non ne passava una che non girasse la testa verso quella combinazione di tamarraggine scamosciata e lussuria avvolta nella nuvola di fumo, ma anche questo mi ha distratto con gli stivali. Guardando gli stivali di questi due non sono riuscita ad osservare le scarpe del terzo modello. Oggi sono distratta. Proseguo sul mio cammino di Manuela e incrocio un giovanotto alto come un modello ma non faceva proprio quello, con un vestito blu, camicia azzurra e un cravattone azzuro chiaro, grosso come quello del papà della famiglia Bradford, lungo quattro dita sotto alla cintura intento cercare di sistemare il tessuto che probabilmente si era un po'raffazzonato. Si piega leggermente in avanti per far penzolare il cravattone a perpendicolo, mentre si raddrizza per far aderire di nuovo al torace il pezzo di stoffa, parte con la mano da sotto al nodo e scende lentamente fino alla fine indugiando sulla punta che appoggia sulla cerniera dei pantaloni che hanno una piega perfetta, incredibile che alle cinque del pomeriggio quei pantaloni siano ancora così stirati. La punta del cravattone si ribella e per tenerla giù occorrono più di un paio di manate, finito il lavoro di stiratura, soddisfatto del risultato solleva la testa, tira su un po' pantaloni afferrandoli dalla cintura, chiude il bottone della giacca, si liscia anche la giacca passando le mani dall'altro verso il basso sul torace e felice sorride al nulla. Mancava solo il sospiro finale ed eravamo su You Porn in dolby surraound. Però oggi sono proprio distratta, non ho guardato se aveva gli stivali.

mercoledì 7 settembre 2022

LA SCIOGLIEVOLEZZA

Stanno per cominciare le scuole e in questo periodo immagino ci siano anche i recuperi dei ‘rimandati’ perché iniziano ad esserci in giro le mandrie di ragazzi che si assembrano sulle panchine nei pressi delle scuole. Stamattina arrivando con l’autobus ho rivisto con piacere le solite panchine rimaste vuote per il periodo estivo, essersi riempite con i ragazzi. Su quella proprio davanti alla pensilina dove scendo c’erano quattro ragazze vestite con tuta e magliette ‘griffate’ e sneaker coordinate ai colori delle magliette indossate, sedute sulla panchina nelle loro ‘uniformi’ che parlavano delle vacanze, si raccontavano del mare, del filarino, delle bevute e ridevano divertite raccontandosela tra di loro. Con loro c’era anche un ragazzo non tanto alto, magro, abbronzato, capelli scuri ricci incollati con il gel, pantaloni larghi della tuta grigi, scarpe più grosse della sua testa che parevano fornite dalla Nasa comprese di magnete per le passeggiate attaccati allo scafo del razzo e una canottiera nera di quelle che lasciano scoperte spalle e muscolatura, se ce ne fosse stata a sufficienza. Nella mano destra teneva una sigaretta tenendo il braccio sospeso dal busto come se ci fosse qualcosa che gli impedisse di allinearlo a perpendicolo, con dei movimenti innaturali alla Lou Ferrigno mentre si trasforma in Hulk, tentava di mettere in mostra la muscolatura della schiena esposta dalla canottiera del Monnezza. Per un paio di volte ha cercato di entrare nei discorsi delle ragazze con movenze tra il tacchino in calore e la rigidità artrosica dei dopo settant’anni, ma con scarso successo, le ragazze non parevano essere interessate né ai suoi argomenti orali e nemmeno a quelli scritti sulla schiena. Qualche minuto dopo il gruppetto viene raggiunto da un altro ragazzo un po’ più alto di quello presente con indosso degli skinny neri che fasciavano le gambe lunghe lasciando poco all’immaginazione, una semplice maglietta bianca, Nike bianche ai piedi, i capelli castano chiaro, lunghi alle spalle e per metà raccolti in uno ‘chignon’ alto. Su una spalla lo zaino, su un orecchio un piccolo orecchino ad anello e due anelli sulla mano destra. Saluta tutti con un sorriso e il tempo si ferma, le ragazze girano la testa in contemporanea verso di lui che manco le sincronette… mentre Hulk Hogan arretra di un passo e aspira profondamente dalla sigaretta gonfiando il petto come un piccione pronto ad attaccare. Il ragazzo celestiale fa un passo avanti verso la panchina, si china leggermente all’altezza delle ragazze, le saluta con un bacio sulla guancia e al 7 di settembre viene sdoganata con tre mesi di anticipo la scioglievolezza dei Lindt, quella voglia di Rocher che non è fame ma una leccata però gliela darebbero, i Raffaello e tutte le tartarughe ninja della zona e già che ci siamo pure i Mon Cherie che un po’ di liquore magari li fa riprendere tutti.