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venerdì 22 maggio 2015

I 'BARBA' DE MILAN


E’ un po’ di tempo che faccio questo tragitto per andare al lavoro alla mattina, sia a piedi che con l’autobus e vedo tanti signori senza fissa dimora che sostano un po’ ovunque.

Sotto i portici di Piazza San Babila se ne trovato tanti, qualcuno con il cagnolino, qualcuno solo, altri con un sacco a pelo dormono come riescono e a volte si svegliano perché una persona gentile ha portato loro la colazione, c’è un ragazzo insistente che sbarra il passaggio su una scala di uscita della metropolitana con una tiritera irritante, tutti i giorni inarrestabile, ti fa sognare i remi di legno messi di piatto, c’è l’immancabile zingara mezza morta accasciata contro un muro con una foto sbiadita della famiglia, ma non si sa famiglia di chi e c’è un signore senza età con stampato sul viso un’espressione da ‘poverino’ perenne.

Poi c’è un uomo con un cagnolino simpaticissimo che si fa accarezzare e vuole le coccole,  ha disegnata in faccia la rassegnazione ma sorride sempre se gli rivolgi la parola o anche solo un saluto, non chiede niente, ha un bicchiere di cartone della coca cola un po’ consunto, una valigia con dentro il suo mondo sulla quale si siede, una copertina dove si accuccia in canino e ringrazia sempre  se gli regali il soldino.

Indossa un cappellino dell’Inter e credo che sia quello il motivo per cui si trovi sotto ai portici col cane, se cambia il cappellino secondo me la fortuna comincia a girare dalla parte giusta.

Poi c’è un tale in via Borgogna, è sempre lì all’angolo dove c’è il semaforo, a volte seduto su una sedia blu con le rotelle, quelle da ufficio, a volte passeggia sul marciapiede ed è vestito in modo più che decoroso.

Il suo mondo è: un materasso a molle che tutte le mattine piega e avvolge un pesante sacco di plastica, tre sacchi avvolti in un altro sacco di cellophane, caricati e legati su una bicicletta e tre valige, anch’esse avvolte di pesante plastica trasparente, legate tra di loro e a loro volta legate ad una ruota della bicicletta che è legata ad un palo della luce con una pesante catena.

Fa pensare tanto il fatto di trovarlo lì in strada a quel modo, sembra un ‘senza tetto' abbiente, se lo scoprono gli tassano il materasso.

Stamattina la 54 si è fermata al semaforo rosso che è proprio dove c’è questo signore.

Nella manciata di secondi che dura il semaforo vedo avvicinarsi al tipo, che oggi è seduto sul davanzalino di una finestra a livello strada di un negozio semi interrato, un signore distinto, intorno alla sessantina, con capelli bianchi, occhiali da sole, vestito grigio fumo di Londra in fresco di lana e camicia bianca senza cravatta.

Si siede sul davanzalino assieme al tipo e parlottano un po’, poi il ‘barba’ tira fuori l’accendino e lo porge al distinto signore che si accende una sigaretta, ancora due parole e poi il signore prosegue la sua strada verso Piazza San Babila, il ‘barba’ lo saluta e si accende la sigaretta ricevuta in cambio dell’accendino.

Ho avuto la certezza che questa cosa non fosse la prima volta che capitasse, sedersi di fianco ad un senza tetto non lo fanno in tanti, non lo faccio nemmeno io che il ‘mio’ lo conosco da quattro anni, lo saluto tutti i giorni, ci parlo, so del suo bambino di 5 anni, della sua famiglia in Senegal e del suo diabete.

 

 

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