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mercoledì 20 maggio 2015

QUANDO SI STARNUTISCE, SEMPRE LA MANO DAVANTI ALLA BOCCA.

Ci sono delle volte in cui vorrei non avere la capacità di osservazione che ho.
Oggi è una di quelle volte.
 Il viaggio in metrò è di per sé un'impresa, il ritorno di oggi è una sfida a trattenere l'anima dentro. la carrozza non è affollata e c'è accesa l aria condizionata.
 Un ragazzino tutto intento a giocare sul suo smartphone cerca di trattenere un starnuto fino al limite dell'impossibile ma alla fine, un tubo sotto pressione, cede.
Rapido come una saetta, mette la mano davanti alla bocca ma il naso lo tradisce, riempiendola di orgoglio.
Parte l'affannosa ricerca del fazzoletto perduto con la mano libera, cercando di non strapparsi gli auricolari dalle orecchie, di non far cadere il telefono e il prodotto interno lordo depositato sull'altra. Finita la performance di giocoleria e trovato il fazzoletto, con sollievo di tutti gli astanti, mette fine a questa tragedia rapidamente pensando di non essere stato visto e scende a quella che si presume essere la sua fermata.
L'aria condizionata è bastarda e oggi si accanisce.
Di fronte a me c'è un giovane indiano che chatta molto concentrato.
La cosa prosegue per due/tre fermate, dopodiché, con un sobbalzo improvviso sul sedile, emette un boato sordo, sibilante e frenato stringendosi il naso tra l'indice e il pollice della mano che non tiene il telefono.
Una, due, tre volte. Si guarda la mano e rimane con il palmo semi aperto continuando a scrivere con la punta dell'indice, si guarda in giro, riguarda la mano, si asciuga il naso col dorso della stessa mano, che pare colpita da artrite fulminante.
Cerca un modo per sistemare la e mano ma si capisce che non ha il fazzoletto.
Ad una fermata prima del capolinea si alza, guarda a destra e sinistra, muove una gamba per far scendere il pantalone rimasto incastrato al polpaccio, ma gli indiani non hanno polpacci tali da far incastrare i pantaloni, poi con un movimento impercettibile della mano finge di togliersi le mutande dalle natiche, e si asciuga la mano a palmo aperto sui pantaloni.
Si attacca all'apposito sostegno in attesa che il metrò si fermi e conclude il suo viaggio. 
Quando l'eleganza viene fuori da dentro si vede, non ce n'è, non la puoi fermare.


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