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lunedì 27 febbraio 2017

LA CAVIA URBANA


Signora a senso unico alla cassa in un negozio cinese.
La cassiera alla fine del conto dice: "Tledici e qualanta"
La signora risponde: "Mi può lasciare le stampelle?"
Non che la signora fosse in difficoltà deambulatoria e la cassiera le volesse portare via il sostegno, voleva solamente che le lasciasse la gruccia dove erano appesi i pantaloni che aveva comprato.
La cassiera impassibile, con la faccia da muraglia cinese risponde: "No capisce"
E la signora: "Mi lasci le stampelle?"
"No capisce"
"Mi lasci le stampelle?"
"No capisce"
E seguitano così per un bel cinque minuti, tra gli sbuffi della signora che cerca approvazione dal resto delle persone in coda e la cassiera che non si muove nemmeno di un centimetro dalla sua rigidità cervicale.
Non se ne esce da sta cosa, la signora sembra un topo da laboratorio che non capisce che davanti ha il vetro della scatola e non lo può tirare giù a testate, la cassiera è una statua dell'esercito di terracotta dell'imperatore Qin a Xian di Lington, e per la coda che si è formata alle casse, è arrivato l'esercito che guarda nelle borse e un tale che vende dei biglietti d'ingresso per San Pietro.
Faccio un passo avanti e indicando l'appendino dei pantaloni alla cassiera dico: "Chiede se lo può tenere" la cassiera senza battere ciglio risponde: "No"
La signora mi guarda ed esclama: "E ci voleva tanto?!"
Esimia testa di cavia, se vedi che una persona non capisce quello che stai dicendo dopo la quinta volta che glielo dici nella stessa identica maniera, non ti sfiora il pensiero che forse devi cambiare il modo di formulare la frase cambiando i vocaboli?
Si vede che oggi ti hanno spostato il pulsante e rimanere senza formaggio rende nervosi.

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