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martedì 8 maggio 2018

MENO MALE CHE C'E' L'ESERCITO

Le stazioni ferroviarie e i porti lo sanno tutti che non sono zone tranquille da frequentare, sono ricettacolo di elementi di dubbia onestà.
Se non sei del posto meglio evitarle, se sei del posto anche, pur conoscendo orari e zone meno pericolose in cui transitarci.
Oggi devo aspettare la mia amica che passa a prendermi davanti alla stazione di Sesto San Giovanni, una piccola stazione di provincia che con i suoi pochi metri quadrati di superficie è riuscita comunque a rendersi teatro di un sanguinoso episodio legato al terrorismo internazionale, non è cosa da andarci fieri ma è una stazione da cui passano centinaia di pendolari ogni giorno.
Non mi ha mai fatto paura passarci o sostare e nemmeno ora, che i tempi sono diventati un po' preoccupanti, mi crea grandi problemi stare lì in attesa.
Da qualche anno la zona è controllata, oltre che dalle forze dell'ordine come routine, anche da camionette dell'Esercito del programma 'Strade Sicure'.
Un po' di tranquillità in più la danno, la loro presenza fa da deterrente ai tanti gruppetti preoccupanti che sostano stabilmente sul piazzale davanti.
Stasera va di lusso, le camionette dell'Esercito sono due, si può aspettare anche con la mano che tiene la borsetta un po' più rilassata e la guardia meno alta.
Mentre aspetto mi guardo in giro e osservo, il mio passatempo preferito, osservo le macchine che creano ingorghi pazzeschi perché parcheggiano in doppia fila di fianco ai taxi e bloccano tutto, guardo i tassisti che dai finestrini lanciano benedizioni urbi et orbi come fosse Pasqua ogni minuto alla volta degli automobilisti in seconda fila, osservo i pedoni che corrono nei modi più assurdi verso gli stalli dei pullman per non perdere la corsa e il metrò che vomita mandrie di viaggiatori e cadenze regolari.
Da uno di questi conati esce una signora dall'età che il giro di boa lo ha fatto da un po', scesa dalla scala mobile viene verso la mia parte e si ferma di fianco a me.
Io continuo a farmi i fatti miei dietro agli occhiali da sole che fanno un po' 'effetto struzzo', ho nascosto gli occhi quindi sono nascosta tutta, ma non funziona così, so come andrà a finire e puntualmente la signora inizia un monologo girata verso di me.
Inizia con un vago accenno alla meteorologia locale e alle stagioni che non sono più quelle di una volta e poi snocciola un rosario di opinioni imprecando contro il traffico che rallenta l'arrivo di chi sta aspettando, lamentandosi dell'immigrazione che sporca le strade, dell'impresa di pulizie municipale che non pulisce perché sono nullafacenti pagati dai cittadini, loda Salvini che: "Lui si che saprebbe fare pulizia" ma  non è quella che intende lei e: " Una volta, solo qualche anno fa, non eravamo in queste condizioni e adesso c'è da aver paura ad andare in giro, tutta colpa di Renzi"
In dieci minuti mi ha fatto due balle che sembrano diciotto, lancia due o tre inneschi di polemica che spengo con l'acqua del buonsenso, poi vede le camionette dell'Esercito e riparte a razzo:
"Meno male che ci sono loro che ci possono difendere, mi fanno sentire più al sicuro."
Eh, signora mia, se hanno rinnovato le armerie e cambiato gli elmetti dall'82 qualche possibilità l'abbiamo altrimenti c'è solo da sperare che non abbiano tagliato il mais nei campi qua vicino che con questo vento a terra non ce la farebbero nemmeno i paracadutisti.
 
 
 
 
 
 





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