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venerdì 4 maggio 2018

IL TRONO DI ZUCCHINE....parte 1

Lunedì 30 aprile, a cavallo di un ponte Milano è semi deserta e questo mi è sempre piaciuto, Milano vivibile è ancora più bella.
Mi piace molto camminare per le vie di Milano e quando è così tranquilla ancora di più, ma oggi ho deciso di unire l'utile al dilettevole, finito di lavorare cammino fino al supermercato per fare un po' di spesa.
Poca gente in città mi fa pensare che anche al supermercato non ce ne sia molta, l'ora anomala rafforza la mia teoria, sono le sedici e dovrebbero essere altrove anche gli ultimi rimasugli di esseri senza meta.
Arrivata a destinazione entro nel medio/piccolo magazzino in viale Piave e mentalmente ripeto la breve lista della spesa: ' zucchine, fragole, cipolle, melanzane, salmone e limoni'.
Prendo il carrellino di plastica con le rotelle e mi incammino verso la zona della verdura che si trova appena dentro, cerco quello che mi serve e vedo che c'è un piccolo ingorgo umano all'altezza delle fragole, sono in offerta, è normale che sia così, prendo due vaschette e procedo alla volta delle melanzane, ma quasi alla fine del corridoio mi accorgo di non aver visto le zucchine.
Mi giro per tornare sui miei passi quando vedo un'orda di barbari calare furibondi dall'entrata, una marea umana dai volti inespressivi avanza a passo di carica buttando nei carrelli ogni genere di verdura, non riesco a tornare indietro perché hanno serrato i ranghi, non guardano davanti a loro, si muovono come automi e mi ritrovo a nuotare contro corrente, pensavo di dover comperare del salmone, non di doverlo fare io.
Arrivata all'altezza delle zucchine mi trovo davanti un carrello con dentro seduta una piccola bimba e un papà affettuoso che, intralciando i movimenti a tutto il fiume umano, chiede alla figlia: "Come le prendiamo le zucchine, chiare o scure? Come le prendiamo?"
Guarda, se non ti scavi dalla minchia a svelto te lo dico io come le prendi le zucchine.
Prese le zucchine, proseguo il mio cammino portata dalla massa di letame respirante e mi ritrovo davanti allo scaffale dei dentifrici in offerta, non mi interessano, mi accorgo che non ho preso le cipolle  che sono nell'espositore all'entrata.
Mi viene da piangere, devo ritornare in quel mare di rimbambiti che nel frattempo è aumentato e guardando bene mi accorgo che il novanta per centro di loro sono anziani, ma molto anziani, devono essersi svegliati ora dal pisolino perché altrimenti non si spiega tutta sta massa di antica data.
Lascio il carrellino parcheggiato in un posto un po' defilato per non dare fastidio e rapida come un vietcong raggiungo le cipolle, ne prendo una rete e scappo, quasi arrivata a recuperare il mio carrellino vedo passare una piccola nonnina, un po' curva su se stessa, che incede lenta a zig zag trascinando e sbattendo il suo carrello contro ogni cosa.
La tenera nonnina, noncurante di tutto il marasma che le sta intorno, in uno dei suoi tamponamenti aggancia il mio carrellino e lo rimorchia come un vagone di treno proseguendo la sua corsa verso mondi sconosciuti: "prossima fermata taleggio!"
Rincorro nonnina e carrello, sgancio il mio al volo e la nonna, liberata di colpo dal peso del mio, impenna come Valentino Rossi, arriva alla corsia del vino senza passare dal via  e ritira le ventimila lire.
(continua....)























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