Si è rotta
la caldaia del palazzo ma nella sfiga meno male che ha reso l’anima al dio del
gas in giugno, almeno una volta tanto non patisco più freddo del solito.
Nel mio
palazzo l’impianto di riscaldamento all’ultimo piano non funziona bene, ho
provato a cercare di farlo sistemare ma mi hanno detto che essendo un impianto
vecchio, degli anni sessanta, non si può fare niente senza scoperchiare tutta
la casa, sono tubi vecchi e qualsiasi intervento si cerchi di fare il rischio
di farli cedere è più alto del benefici che potrei trarne se andasse tutto
bene.
Anche io
sono degli anni sessanta, ma meno male che quando mi sono rotta il piede non ho
incontrato un ortopedico così disfattista, sennò a quest’ora sarei in metrò
senza un piede, con stampella ascellare a chiedere un centesimo per latte alla
bambina.
Il solito
roccolo in portineria si cimenta in previsioni tecniche circa la sostituzione
cercando di monetizzare il da farsi, come quando ci sono i mondiali tutti
diventano Commissari Tecnici, quando si rompe qualcosa nel palazzo tutti
diventano idraulici, termotecnici, fabbri, architetti, geometri ed
elettricisti, abito nella sede distaccata del Cepu.
Tornando dal
lavoro li incrocio e uno di loro mi ferma dicendomi:
“Ciao, si è
rotta la caldaia, ho qui la convocazione dell’assemblea straordinaria, devi
venire, mi raccomando, partecipa che dobbiamo decidere perché va cambiata”
Sì certo
partecipo ma quando io vi dico che ho freddo con 17 gradi in casa a gennaio,
non è che partecipate tanto numerosi a cercare di risolvere il problema.
Dite sempre
che al terzo piano dovete stare con le finestre aperte perché tenendo la
caldaia al massimo per avere tiepido noi al sesto, voi sudate e vi si gonfiano
i piedi, a me al sesto si gonfiano le balle da 25 anni invece.
Oppure mi
dite di comprarmi una stufetta elettrica per compensare, così oltre alle spese
per il gas comune mi devo pagare anche quelle della corrente privata.
“Eh, capisco
ma non si può fare diversamente”
Non si può
fare diversamente perché non è casa tua.
“ Ma come
fai a stare con 17 gradi?”
E me lo
chiedi anche, ti darei le pedate nel culo a sta domanda.
Alla fine
del bel discorso il tale ribadisce: “ Allora ci vediamo giovedì prossimo”
“Sì va bene,
giovedì prossimo, tanto non mi cambia granché esserci o no, a me il caldo non arriverà comunque e se è da
aggiustare va aggiustata per forza anche senza di me”
“Ma no, è
giusto che anche tu sia al corrente di quello che viene detto, sarà una spesa
notevole da affrontare”
“ E cosa
cambia se ci sono o no, se non porto i miei millesimi lasciano al freddo tutto
il palazzo? Se così fosse non vengo apposta”
“Ma no era
per dire…comunque la caldaia è rotta”
Cerco di
uscire dal tono polemico che ha preso il dialogo facendo una battuta:
“Ecco perché
sono due giorni che fa freschino…”
E il
condomino serio con lo sguardo di un’anguilla in carpione mi risponde:
“Ma adesso
la caldaia è spenta, è giugno….”
A te invece
si è accesa una lampadina in testa con questa risposta.
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