Al capolinea del metrò dove scendo io ci sono tutte le scale mobili bloccate per manutenzione ormai da due mesi. Sono bloccate tutte insieme perché il premio Nobel per l'ingegneria abita a Sesto San Giovanni e per uscire spesso uso l'ascensore.
Stasera davanti a me c'erano un po' di persone, così mi metto in attesa del mio turno. Intanto salgono quattro persone con trolley, borse, borsone, valigia, valigione, sacco, sacchetto e bottiglione. Si sistemano in modo da starci e stanno lì, fermi.
Non capisco ma aspetto, dopo un po' si chiudono le porte e due minuti dopo si riaprono, dentro ci sono ancora i quattro con trolley, borse, borsone, valigia, valigione, sacco, sacchetto e bottiglione, che straniti si accorgono di essere ancora al punto di prima. Uno di loro dice "deve esserci qualcosa che impedisce le porte" e partono le grandi manovre per stringersi un po', sembrano uno scassaquindici mentre spostano trolley, borse, borsone, valigia, valigione, sacco, sacchetto e bottiglione. Soddisfatti del lavoro si fermano e guardano la pulsantiera dell'ascensore. Dopo un po' si chiudono le porte e poi si riaprono e i quattro sono ancora lì con trolley, borse, borsone, valigia, valigione, sacco, sacchetto e bottiglione. La signora davanti alza la testa con sguardo attonito e mi guarda in cerca di una risposta e nel frattempo uno di loro scende, pensando che l'ascensore non funzioni, e si avvia verso le scale con la sua parte di bagagli. Io guardo la signora e le dico: "deve schiacciare il bottone con lo 0 sennò non parte, non è automatico". Non è l'ascensore di Star Trek che parte solo col pensiero. La signora schiaccia il pulsante, le porte si chiudono e l'ascensore parte....KIRK A PONTE, FATECI RISALIRE.
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