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giovedì 4 aprile 2024

QUANDO ALL'IMPROVVISO SI APRE LA SCATOLA DEI RICORDI

Quando ero piccola i regali a Natale me li portava Gesù Bambino e fino ai sette anni ho davvero creduto che Gesù portasse anche i regali materiali, poi sono caduta dalla pianta ‘grazie’ ad una compagna di classe che sapeva sempre un po’ tutto come se a sette anni avesse già conosciuto la vita. La sensazione di tristezza e smarrimento che provai quel giorno me la ricordo ancora ora benissimo, a distanza di tantissimi anni e credo che la mia mania per gli addobbi di Natale sia dovuta a quell’inaspettata rivelazione. La mia ostinazione a voler fare sempre l'albero di Natale anche se non ho figli e non sempre ne ho voglia, anche se a volte l'albero mi metteva più tristezza che gioia, anche se a volte in casa eravamo solo io, l'albero e i gatti. L'ostinazione che ha armato le mie mani per anni per decorare la casa era il profondo desiderio di voler ritrovare le emozioni di quando ero piccola, ma quelle emozioni non le ho mai più riprovate, sono state più le volte che ho provato tristezza e vuoto. Le emozioni di bambina le ho sentite solo per pochi anni ed in maniera impercettibile, veramente cosa di poco, pochi secondi ma che mi hanno reso felice lo stesso. Spero sempre che prima o poi ritorneranno assieme alla serenità ma mi rendo perfettamente conto che sono solo illusioni perchè è cambiato tutto, sono cambiata io, intorno mi sono ruotate cose e situazioni che si sono portate via i miei occhi di bambina anche se guardandomi allo specchio sono identici a quando avevo tre anni. Poi un giorno di ventiquattro anni fa è nata ADMI, l'associazione di Case di Bambola fondata con quattro amici con la mia stessa passione, dopo di noi sono arrivati soci con la stessa passione, uno, due, tre, dieci, cinquanta, cento iscritti e tra questi Babbo Natale. L'esistenza della tradizione di Babbo Natale l'ho conosciuta da ragazzina, ho letto tante cose, sapevo che è la storia di San Nicola che porta i doni ai bambini del Nord, come qua da noi c'è Santa Lucia, ma io ho proprio incontrato Babbo Natale vero. No no, non ho picchiato la testa, ho proprio incontrato Babbo Natale e si chiamava Giantommaso. Quando Giantommaso ho provato un vuoto profondo, non pensavo che Babbo Natale potesse morire ma se n'è andato a dicembre, proprio il mese di Babbo Natale, non poteva che essere così. Grazie a come era lui ho sperato ancora che le persone non fossero così vuote e cattive come troppo spesso appaiono, mi ha ricordato che ci sono ancora persone sensibili, generose che lavorano in silenzio e che in silenzio se ne vanno lasciando un castello di cose belle talmente grosso che da quanto è grosso non lo si riesce a vedere. Giantommaso era una persona "integrale" un po' "rustica" nel senso che non amava le smancerie, i sentimentalismi, era una persona pratica, per chi non si è fermato un attimo a guardarlo negli occhi può anche essere sembrato un po' cinico ma tante cose che diceva le diceva un po' per provocare, un po' per prendere in giro ma le cose importanti le ha fatte e sofferte in silenzio, perché anche Babbo Natale aveva dentro una grossa sofferenza che non ha mai scaricata su nessuno di noi, con noi dell'associazione era sempre allegro, aveva una parola buona per chiunque, capiva al volo se c'era qualcosa che ci rodeva dentro e con un piccolo regalino faceva capire che ti aveva compreso, capiva al volo anche se non dicevi niente, del resto a Babbo Natale non devi dire niente, lui sa già tutto. Io non gli avevo mai detto che mi piacciono i carillon e la canzone "My way" di Frank Sinatra e sicuramente sarà anche stato un caso ma un giorno, sapendo della mia passione per i pompieri, mi ha spedito a casa un pupazzo a forma di orso vestito da pompiere montato su un carillon che suonava "My way". Non era Natale, credo fosse primavera, ma fu una sensazione bellissima ricevere un regalo da Babbo Natale fuori stagione. Questa è solo un ricordo che con GT ma di storie così ce ne sarebbero tantissime da racconta perché lui era gentilissimo e arrivava sempre dove c'era bisogno di Babbo Natale. Nella mia vita è entrato in punta di piedi in un periodo bruttissimo e riusciva a farmi sorridere sempre, mi prendeva sempre in giro ma lo faceva in un modo talmente bello che non mi sono mai arrabbiata, io sono permalosa da far paura ma lui non mi ha mai fatto arrabbiare veramente, aveva un modo di dire le cose che non potevi che ridere da tanto erano assurde, riusciva a trovare il modo giusto di parlare per ogni persona con la quale stringeva un rapporto. Aveva il dono della magia, nei suoi lavori, nel modo di affrontare le cose, nel modo di parlare, di far ridere, di raccontare, di donare, di donarsi, e in un modo un po' così se n'è andato, come fa un padre che non vuol far soffrire i suoi figli ha detto che andava tutto bene ed io, come la bambina di tre anni che stavo cercando da tempo, ci ho creduto, ho pensato davvero che sarebbe andato tutto bene, invece poi se n'è andato l'ultimo regalo, quello che cercavo da anni ostinandomi a fare l'albero di Natale, cercavo la bambina di tre anni che crede ancora a tutto e lui mi ha fatto credere ancora per un attimo che tutto andava bene, e io ci ho creduto davvero. Babbo Natale esiste anche se non a tutti è dato conoscerlo e io sono stata fortunata. Ora mi piace immaginarlo in cielo sulla sua slitta, esattamente come lo si immagina e lo si disegna, quando tornerà lo farà in un'altra parte del mondo perché le persone non perdano mai la fiducia tra di loro e se vi dovesse capitare di incontrarlo, magari non lo riconoscerete subito, ma sicuramente capirete che è lui perché la sua magia vi toccherà in qualche modo, magari con la musichetta di un carillon.

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