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lunedì 7 agosto 2017

IL PIAVE MORMORA ANCORA

Stamattina al capolinea del metrò c'è ordine, silenzio, si passano i tornelli timbrando i biglietti ordinati, soprattutto timbrando.
Non ci sono ambulanti che fanno mercato, non ci sono assembramenti di zingari in attesa della distrazione del personale per entrare a fiato d'oca.
Non ci sono giovanotti atletici pronti a saltare le barriere come se avessero bevuto un litro di olio Cuore.
Dovrebbe essere normale, dovrebbe essere sempre così perchè così è civile.
Timbriamo, entriamo, distratti come sempre, tanto i gesti sono automatici, si ripetono uguali ogni giorno, e imbocchiamo le scale che portano ai binari del treno.
Oggi però c'è qualcosa di diverso in quel silenzio, dopo il gabbiotto del mezzanino tutti rimaniamo sorpresi e giriamo due volte la testa, come pupazzi a batteria.
Oggi davanti ai tornelli c'è un alpino armato, col suo cappello con la lunga penna nera, impassibile agli sguardi di tutti, immobile.
Un alpino riesce a tenere ordine in una stazione complessa da gestire, sembra di essere in guerra, siamo tristemente in guerra, una guerra silenziosa.
2017, il Piave è una barriera di tornelli del metrò, a difenderlo sono sempre gli alpini e quando timbri il biglietto, nel silenzio strano della situazione, nella testa tutti stiamo cantando ..."non passa lo straniero..."
Ed è triste, come allora.

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