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mercoledì 7 settembre 2022

LA SCIOGLIEVOLEZZA

Stanno per cominciare le scuole e in questo periodo immagino ci siano anche i recuperi dei ‘rimandati’ perché iniziano ad esserci in giro le mandrie di ragazzi che si assembrano sulle panchine nei pressi delle scuole. Stamattina arrivando con l’autobus ho rivisto con piacere le solite panchine rimaste vuote per il periodo estivo, essersi riempite con i ragazzi. Su quella proprio davanti alla pensilina dove scendo c’erano quattro ragazze vestite con tuta e magliette ‘griffate’ e sneaker coordinate ai colori delle magliette indossate, sedute sulla panchina nelle loro ‘uniformi’ che parlavano delle vacanze, si raccontavano del mare, del filarino, delle bevute e ridevano divertite raccontandosela tra di loro. Con loro c’era anche un ragazzo non tanto alto, magro, abbronzato, capelli scuri ricci incollati con il gel, pantaloni larghi della tuta grigi, scarpe più grosse della sua testa che parevano fornite dalla Nasa comprese di magnete per le passeggiate attaccati allo scafo del razzo e una canottiera nera di quelle che lasciano scoperte spalle e muscolatura, se ce ne fosse stata a sufficienza. Nella mano destra teneva una sigaretta tenendo il braccio sospeso dal busto come se ci fosse qualcosa che gli impedisse di allinearlo a perpendicolo, con dei movimenti innaturali alla Lou Ferrigno mentre si trasforma in Hulk, tentava di mettere in mostra la muscolatura della schiena esposta dalla canottiera del Monnezza. Per un paio di volte ha cercato di entrare nei discorsi delle ragazze con movenze tra il tacchino in calore e la rigidità artrosica dei dopo settant’anni, ma con scarso successo, le ragazze non parevano essere interessate né ai suoi argomenti orali e nemmeno a quelli scritti sulla schiena. Qualche minuto dopo il gruppetto viene raggiunto da un altro ragazzo un po’ più alto di quello presente con indosso degli skinny neri che fasciavano le gambe lunghe lasciando poco all’immaginazione, una semplice maglietta bianca, Nike bianche ai piedi, i capelli castano chiaro, lunghi alle spalle e per metà raccolti in uno ‘chignon’ alto. Su una spalla lo zaino, su un orecchio un piccolo orecchino ad anello e due anelli sulla mano destra. Saluta tutti con un sorriso e il tempo si ferma, le ragazze girano la testa in contemporanea verso di lui che manco le sincronette… mentre Hulk Hogan arretra di un passo e aspira profondamente dalla sigaretta gonfiando il petto come un piccione pronto ad attaccare. Il ragazzo celestiale fa un passo avanti verso la panchina, si china leggermente all’altezza delle ragazze, le saluta con un bacio sulla guancia e al 7 di settembre viene sdoganata con tre mesi di anticipo la scioglievolezza dei Lindt, quella voglia di Rocher che non è fame ma una leccata però gliela darebbero, i Raffaello e tutte le tartarughe ninja della zona e già che ci siamo pure i Mon Cherie che un po’ di liquore magari li fa riprendere tutti.

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