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mercoledì 10 agosto 2022

CERTE NOTTI

Se quarant’anni mi sono volati via un soffio quanto ci metteranno gli ultimi quindici a scivolarmi dalle mani? Spesso arriva questo pensiero che ho più anni dietro alla schiena che davanti, e che tutti quelli passati non sono stati tutta sta meraviglia, una gran fatica per tutto e non è ancora finita. E poi? E poi non lo so ma intanto ora inizia a mancarmi l’aria perché quando arrivano questi pensieri è notte, le notti con gli antifurti delle macchine che suonano, le caldaie che esplodono, le notti degli auguri nella pizzeria sotto casa, le notti passate a guardare dalla finestra scacciando i ricordi che fanno ancora male perché anche se sono nel cassetto sembra che abbiano una molla pronta a saltare in faccia alle 2 e 37. E la teste si allaga di domande, di risposte, di programmi, di piani di emergenza, di fughe mentali e dietro alle spalle c’è il buio della casa vuota con 30 gradi. Non vado sul balcone perché sennò passando in sala sveglio il pesce e poi vuole mangiare ma non voglio nemmeno uscire da questa camera che è diventata la macchina del tempo, ma non torno indietro e non vado nemmeno avanti, mi sposto in diagonale e invento storie surreali che poi scrivo, e la notte intanto scorre. Poi all’improvviso cominciano a scorrere nella testa le parole delle canzoni e la musica, è saltato il galleggiante salva vita, forse domani mi deciderò a fare quel tatuaggio che gira in testa da anni, forse domani non arriverà quella telefonata che fa paura, forse domani succederà qualcosa di bello, arriverà un regalo, una sorpresa, una cosa bella. Chissà in che modo mi romperò quando tutto sarà finito, chissà se riuscirò a rimettere insieme gli ultimi pezzi una volta contati i danni, chissà che parte di me resterà in piedi e se dovessi cadere chissà dove vado a sbattere. Il cielo è diventato più chiaro, solo le cinque, fra un’ora e mezza suona la sveglia ed è già domani, domani dopo domani passeranno quindici anni e spero che quel giorno non mi ricorderò più chi sono così non mi accorgerò dell’ultimo granello di sabbia della clessidra perché tutti quelli che saranno passati fino a quel giorno li avrò sentiti tutti negli occhi.

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