Cerca nel blog

giovedì 7 luglio 2022

L'Iliade, l'Odissea e la Bananiade

Questa è una settimana abbastanza particolare che mi vede uscire di casa un'ora prima del solito per andare al lavoro. Sono alla fermata dell'autobus in attesa che arrivi e come sempre mi perdo via nei miei pensieri con un orecchio che ascolta la musica nell'auricolare e l'altro che coglie i rumori in crescendo della città che si sta svegliando pigra in un giorno d'estate. Sono le sette e quarantacinque di un mattino d'estate, l'aria è leggermente fresca e ritempra un po' in attesa che la temperatura salga fino ai 35 gradi di questi giorni. A quest'ora in giro ci sono ancora umani che portano a passeggio i loro cani che ad ogni incrocio si azzuffano e si abbaiano improperi irripetibili. Ragazzi con le magliette da animatori degli Oratori, qualche pensionato che cerca un cantiere da criticare e i pendolari alle fermate degli autobus. A questa fermata c'è una ragazza molto graziosa, capelli lunghi, occhiali da vista con una montatura di metallo dorato leggera, perfettamente truccata ma non in modo pesante, indossa una gonna bianca, una maglietta nera, sandali neri a fascia con applicazioni di perline, borsa nera piccola a tracolla e zaino contenente il pc sulla schiena. Avrà 22/23 anni e sta ascoltando la musica con i suoi auticolari bluetooth incurante di quello che le sta intorno. C'è uan signora filippina che messaggia col cellulare, cosa assai strana perchè di solito si telefonano con l'altro capo del mondo parlando a voce molto sostenuta e poi ci sono io che dormo con gli occhi aperti, è da lunedì che mi sveglio alle 5.30 e sono un po' stanca, oggi però sono sveglia dalle tre e mezza e sono in catalessi. Restiamo tutti in attesa immobili all'ombra dei tigli che schermano dal sole del mattino quando ad un certo punto dalla parte opposta della strada scende dal marciapiede un bel ragazzo, anche lui sui 23/25 anni, un bel viso dai lineamenti dolci, capelli biondi corti ai lati e più lunghi sulla fronte come usa adesso, occhi scuri, indossa un vestito di cotone blu con la giacca, uno zaino contenente il pc sulle spalle e la colazione in mano, una banana a cui da un morso mentre attraversa la strada. Mentre attraversa in direzione della fermata dell'autobus, nota la bella ragazza in attesa e la squadra interessato da capo a piedi, non fa nulla per nasconderlo e indugia parecchio nell'osservarla. La ragazza resta immobile e indifferente, non so se se ne sia accorta del ragazzo o meno, ma non le si muove nemmeno un capello. Il ragazzo insiste con lo sguardo verso la ragazza mentre con nonchalanche infila in bocca quasi tutta la banana. Me cojoni fijetto bello e che è?? Mi sveglio di colpo dal torpore della mezza età, non fa ancora tanto caldo ma il sudore mi imperla la fronte, sta cosa della banana l'ho sempre vista fare dalle donne nei film di Bombolo e Pierino e questo mi fa colazione così in mezzo alla strada con 27 gradi ventilati. Mi si confonde il sentimento, stai guardando una ragazza e ti ingoi una banana come un fachiro, il messaggio è controverso, vabbè lo possiamo leggere anche da un'altra angolazione ma è pericoloso pensare ai gradi degli angoli in questa momento. Per quanto mi impegni a cercare la normalità a me vengono in mente Achille e Patroclo anche se a quel tempo le banane non c'erano ancora, e inizia a far caldo. Il ragazzo prosegue per la sua strada continuando a posare le labbra sull'unico frutto dell'amor e da lontano vedo arrivare il cavallo di Troia, non ricordavo che fosse verde e avesse il numero sulla fronte, salgo, timbro il biglietto e speriamo che al capolinea non ci sia Ulisse perchè a me quello m'è sempre stato un po' sulle balle, lui, Circe, le sirene e quei michia dei proci.

Nessun commento:

Posta un commento